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Vomito cronico nel cane, cosa fare?

Richiesta di consulto veterinario su vomito cronico cane
Buonasera, al mio cane (meticcio di 5 anni di taglia medio piccola) è stata diagnosticata la Leishmaniosi circa 3 anni fa. Da allora abbiamo seguito l’avanzamento di questa malattia e adesso è sotto controllo. Da qualche tempo però, ha cominciato a vomitare, ci hanno consigliato di cambiare alimentazione e da allora mangia solo crocchette cervo e patate. I sintomi sono passati per un po ma ora ha ricominciato di nuovo. Abbiamo cambiato di nuovo alimentazione dandogli crocchette cavallo e patate ma ogni 3-4 giorni si manifestano di nuovo questi sintomi di vomito all’improvviso. Sembra come se avesse delle convulsioni allo stomaco. Il nostro veterinario non sa quale possa essere il motivo, abbiamo provato di tutto. Ci hanno detto che l’ultimo step da fare sarebbe quello di fare una gastroscopia. Lei cosa ne pensa? Grazie

 

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Tipo di consulto: Veterinario Generale
Tipo di problema: Vomito cronico nel cane

 

Risponde il dottor Fabio Maria Aleandri, Medico Veterinario e direttore sanitario del Centro Veterinario Aleandri, con sede in Roma. Per contatti diretti mail [email protected]              www.ambvetaleandri.eu

 

Gentile Sig.ra  In caso di vomito cronico , se le varie terapie non sortiscono effetti , bisogna cercare di risalire alla causa. Escluse le patologie metaboliche (per es. problemi renali, epatici, pancreatici ecc..) mediante analisi del sangue , escluse malattie infettive (nel suo caso se la leishmania è sotto controllo non dovrebbe entrarci) , escluse malattie parassitarie (attraverso analisi delle feci) esclusa una componente alimentare (cambiando più volte dieta) bisogna approfondire mediante esame strumentali. Le due metodiche più utili sono l’ecografia addominale e l’endoscopia. Ci tengo a sottolineare che le due metodiche non sono alternative l’una a l’altra , ma complementari. Infatti l’ecografia permette di investigare tutto l’intestino e lo stomaco con una valutazione degli spessori  e della struttura della parete (cosa non possibile con l’endoscopia che evidenzia solo la mucosa); permette di valutare l’attività motoria dell’intestino e l’aspetto di tutti gli altri organi addominali (per es. è molto importante l’osservazione dei linfonodi regionali). Inoltre si tratta  della sola metodica che permette una valutazione del tratto centrale dell’intestino tenue (l’endoscopia permette solo di valutare stomaco, colon e, se chi la esegue è bravo, duodeno e ileo). La gastroscopia invece ha altri punti di forza. Permette di visualizzare l’esofago (visibile solo in parte con l’ecografia), di valutare efficacemente l’aspetto della mucosa ed eventuali problemi di inspessimento pilorico (che a volte e causa di vomito e che è sospettabile, ma non diagnosticabile con certezza mediante ecografia). Con l’endoscopia si posso evidenziare bene corpi estranei (cosa che si può ottenere anche con l’ecografia , ma in maniera meno efficace) e contestualmente rimuoverli.   Fondamentale è poi la possibilità di eseguire biopsie (e sono queste che nella maggior parte delle volte ci danno la diagnosi). Quindi per un quadro completo andrebbero eseguite entrambe. Generalmente si preferisce fare prima l’ecografia perché meno invasiva (non richiede anestesia a differenza dell’endoscopia) e poi, se non si è pervenuti ad una diagnosi definitiva, eseguire l’endoscopia. Un ultima osservazione perché le risposte siano significative bisogna che ad eseguire le due metodiche siano colleghi esperti con attrezzature moderne e performanti, altrimenti le risposte possono essere insufficienti o, addirittura , fuorvianti. Cordiali saluti  Dott. Fabio Maria Aleandri Medico Veterinario

 

 

 

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Foto: Thinkstock

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