Finalmente arrivano buone notizie per i nostri amici a 4 zampe, la commissione Politiche Comunitarie della Camera dei Deputati, infatti, ha dato il primo via libera alla legge che pone il divieto di allevare cani, gatti e altri animali destinati alla vivisezione su tutto il territorio italiano. Se questa legge andasse in porto, infatti, l’allevamento-lager Green Hill avrebbe le ore contate.
Il testo del provvedimento, è nato per volontà dell’ex ministro del Turismo Brambilla e degli altri membri del comitato “animal friendly” da lei stessa fondato, nei prossimi giorni arriverà all’esame dell’aula di Montecitorio. Ma il merito si deve anche e soprattutto alla tenacia dei tanti attivisti, che sono ricorsi anche a mezzi estremi, come salire sul tetto di Green Hill.
Tuttavia, se molti di noi pensano che la vivisezione sia una barbarie, che gli animali devono essere liberi e amati dai loro padroni, non tutti sono dello stesso parare e spuntano i “se” e i “ma”. C’è anche chi crede, infatti, che per quanto sia una cosa terribile, non è da condannare se può servire per la ricerca sulle malattie come il cancro e aiutare a salvare vite umane. Qualcun’altro aggiunge: l’importante è che non soffrano.
E invece no, perché devono essere i cani o i gatti a fare le spese di sperimentazioni, spesso per prodotti nemmeno destinati alla cura delle malattie, ma alla produzione di cosmetici o snack, proprio come fa la multinazionale Mars, che finanzia la vivisezione o la “ricerca in vivo”, come preferisce chiamarla, per testare nuovi ingredienti sugli animali per timore di effetti collaterali sull’uomo.
Senza contare che oggi, per fare ricerca, non è più necessario infierire sugli animali e le tante associazioni italiane, e in modo particolare quelle straniere, che promuovono la ricerca di metodologie scientifiche senza fare uso di sperimentazione su animali, ne è la testimonianza tangibile.
Photo Credit|ThinkStock
2 commenti su “Vivisezione, arriva il Si della Camera per chiudere gli allevamenti in Italia”