La scorsa settimana si è iniziato a discutere in Senato della legge comunitaria che vieta l’allevamento di cani, gatti e primati destinati alla vivisezione su tutto il territorio nazionale, tuttavia la votazione si era arenata a causa delle solite pressioni da parte della lobby farmaceutica. In questi giorni, però si è giunti finalmente ad una decisione. L’articolo 14, infatti, è passato tra lo sconcerto dei deputati pro-vivisezione. Cosa cambierà, a questo punto?
Il dubbio è più che legittimo, poiché il Sì all’art. 14, pur essendo un buon inizio, riconoscendo gli animali come essere senzienti, non cancella la vivisezione. Come ha spiegato la senatrice Silvana Amati:
Resterà la possibilità, come dichiara il testo, sia per le ricerche finalizzate alla salute dell’uomo, sia per gli studi relativi alla farmacopea nazionale e internazionale, di poter lavorare con la sperimentazione animale in base ai principi della direttiva europea, previa autorizzazione del ministro della Salute, sentito il Consiglio superiore della Sanità.
Che ne sarà, allora, dei beagle di Green Hill? La risposta, purtroppo non è semplice, e viste le attuali evoluzioni, non è detto che l’allevamento venga chiuso. Il fronte anti-vivisezionista ha accolto con preoccupazione il sì all’articolo 14, non solo perché non è una legge, bensì un criterio direttivo, ma soprattutto non vieta l’allevamento di animali in caso di ricerche finalizzate alla salute dell’uomo o delle specie coinvolte, condotte in n conformità ai principi 2010/63/UE del Parlamento Europeo.
Dunque, la questione rimane ancora aperta, nonostante le polemiche di vari politici, tra cui Giovanardi, che ha parlato addirittura di uscita dell’Italia dalla ricerca scientifica. Ma siamo proprio sicuri che sia questa la verità, che non esista la buona ricerca senza la sperimentazione animale? La cosa più sconcertata, è che ogni specie animale è simile solo a se stessa e non può essere usata per provare sostanze o tecniche chirurgiche valide per l’uomo. Basti pensare come il 92% dei farmaci risultati innocui sugli animali venga poi scartato durante le prove cliniche sull’essere umano, senza considerare le varie tecniche sostitutive, che non solo esistono, ma richiedono anche un costo minore e meno tempo.
Via|PETA; Photo Credits|ThinkStock
1 commento su “Vivisezione, passa il Sì all’art. 14. Cosa cambierà?”