Da anni le associazioni animaliste e i ricercatori, stanno cercando di portare avanti campagne di sensibilizzazione che informino istituzioni e cittadini sul reale rischio di estinzione per le tigri, pericolo che mese dopo mese, si fa sempre più concreto. Nonostante siano delle predatrici come poche e in grado di uccidere anche l’uomo, ultimamente sono diventate delle prede, vittime di bracconieri e dell’inquinamento sempre più presente, anche nei pochi “polmoni verdi” dove continuano a vivere. La caccia senza regole, le ha decimate, anche perchè di questo essere vivente sono molte le parti del corpo utilizzabili e, quindi, intorno c’è un grande commercio. Le zanne, ad esempio, vengono scelte per la produzione di gioielli, le pelli per i tappeti e, ancora, con la tigre vengono prodotti molti filtri di natura pseudo- terapica, soprattutto dai cinesi.In qualche caso, sarebbero anche in grado di favorire l’amore o il piacere sessuale.
Persino il mondo della televisione sta provando a far conoscere più da vicino questi affascinanti animali e, nei giorni, scorsi su sky, è stato proposto il documentario “Inside-a caccia di tigri”, proprio per informare sul reale quanto grave problema. Basti pensare che, all’inizio del secolo scorso, esistevano circa 100.000 tigri libere, mentre oggi se ne trovano non più di 3500 esemplari, almeno se parliamo di coloro che hanno la fortuna di vivere nel proprio territorio. Pelli, ossa, carne e zanne, quando non si parla addirittura di organi genitali, hanno portato alla nascita di un pericoloso commercio, troppo fiorente per essere annientato con facilità .
L’Eia, Environmental Investigation Agency, che è l’Agenzia investigativa per la protezione dell’ambiente, sta cercando di lottare contro questa fitta rete di vendita illegale di tigri, cercando di bloccare il fenomeno sul nascere. In particolare, quindi, fermando la cattura e il trasporto degli esemplari, prima della loro uccisione e della successiva vendita. Tuttavia non è un compito semplice, e la strada è attualmente tutta in salita.