11 marzo 2013, una data da cerchiare in rosso sul calendario. Dopo 20 anni di battaglia, infatti, saranno messi al bando in tutta l’Unione Europea i cosmetici testati sugli animali. A confermare l’entrata in vigore del divieto di commercializzare prodotti di bellezza e per l’igiene personale sperimentati sugli animali è stato il commissario alla Salute Tonio Borg.
Molti temevano uno slittamento della deroga che scade a marzo (valida per alcuni esperimenti per mancanza di metodi di ricerca alternativi), prevista dal Regolamento del 2009, che vieta i test su esseri senzienti, le cose, invece, sono andate per il verso giusto, una volta tanto. La notizia è stata accolta con grande soddisfazione dagli animalisti e dalle associazioni antivivisezioniste. Come ha dichiarato Michelle Thew, Chief Executive di Cruelty Free International:
Questo è davvero un evento storico, è il culmine di più di 20 anni di campagne. Ora sposteremo la nostra determinazione e la nostra visione verso un panorama globale, per assicurarci che il resto del mondo segua questo stesso percorso.
L’ufficializzazione del divieto di commercializzazione dei prodotti per la cosmesi testati sugli animali ci rende ovviamente molto felici, anche perché da sempre consideriamo la vivisezione eticamente inaccettabile, a maggior ragione se applicata in campo cosmetico. Spesso, infatti, abbiamo parlato di metodi di ricerca alternativi e dell’inutilità della sperimentazione animale.
Il bando sui test cosmetici è una vittoria importante per il movimento animalista internazionale, ma è solo un punto di partenza, come sottolinea anche L’ENPA:
Come associazione animalista, il nostro obiettivo è di arrivare a uno stop su qualsiasi tipo di esperimenti sugli animali, anche in campo medico. Ricordiamo, infatti, che si tratta di un metodo mai validato scientificamente e che ogni anno centinaia di migliaia di persone perdono la vita a causa di farmaci che si vorrebbero sicuri proprio perché testati sugli animali, e che invece producono effetti collaterali, talvolta letali, in quanto il modello animale non è assolutamente applicabile all’uomo.
Via| ENPA; Photo Credit| Thinkstock
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