Una ricerca canadese effettuata nell’Università del Western Ontario da William Roberts, pare abbia stabilito che solo l’uomo ha la percezione dello scorrere del tempo, del passare delle ore, dei mesi e degli anni. Insomma, sembra che questa ricerca abbia dato una risposta alla domanda che molti si sono sempre posti, ovvero cosa ricordano gli animali e perchè ci sembra che loro ricordino perfettamente tutto quando gli studiosi hanno sempre affermato i limiti del loro cervello e della loro percezione.
Roberts ha effettuato i suoi studi con degli esperiementi sui roditori, lasciandoli liberi in un labirinto e ponendo davanti al loro cammino formaggio, cibo sgradevole, trappole. E’ arrivato alla conclusione che la loro memoria, come quella degli altri animali, non si rifaceva al tempo, ma solo alle esperienze acquisite. In pratica gli animali non sono in grado di ricordare quanto tempo prima ci sia stato un tale evento, ma tramite associazioni imparano dal loro vissuto e così non ripetono gli errori e cercano di ripetere invece le esperienze piacevoli. Questo tipo di memoria è stata definita episodica.
Questo studio potrebbe spiegare alcuni dei comportamenti dei nostri animali domestici, ad esempio riguardo al cibo. I cani, così come i gatti, da cuccioli imparano il posto in cui ci sono le ciotole, i movimenti che il padrone compie prima di farli mangiare, il rumore del cibo, quindi hanno memoria di tutto il processo che li porterà a nutrirsi, però a quanto pare non ricordano quando hanno mangiato l’ultima volta! Ma di certo non è un problema, alla fine la fame è qualcosa di istintivo anche per noi esseri umani. Un altro esempio: le feste che i cani fanno al loro padrone. Chi possiede un cane sa perfettamente che se si assenta da casa per 5 minuti o per 1 ora per il suo piccolo amico non fà nessuna differenza. Una volta rientrato lo troverà sempre pronto a fargli le feste e a scodinzolare. Ecco, questo esempio può avvalorare la teoria di Roberts, se il cane ricordasse da quanto tempo il padrone è uscito, mettiamo che davvero si assenti per un paio di minuti, magari o non gli farebbe feste o gliene farebbe in quantità minore rispetto a un’assenza di ore.
Alcuni studiosi sostengono che i cani, ad esempio, ricordino per qualche ora, per poi dimenticare tutto quello che è successo in precedenza, e che la loro forza risieda nella memoria associativa, che come concetto è abbastanza simile a quella episodica. Il cane magari non si chiede dov’è il suo padrone, o perchè non rientra, ma gli basta il rumore della sua auto o delle chiavi nella porta perchè si scateni il ricordo del padrone e scatti la gioia di riaverlo con sè.
Sui cani esistono poi altre teorie sulla memoria di specie. Ovvero sull’istinto che deriva dalla peculiarità delle razze. Si crede che nel patrimonio genetico del cane ci siano tutte le specialità della razza e che queste vengano fuori anche nella vita quotidiana, nonostante il cane possa essere casalingo e non avere mai la possibilità di sviluppare le sue potenzialità. I cani da caccia, i cani da guardia, possono essere e sono degli ottimi cani da compagnia, ma nel caso si presentasse l’occasione di cercare, annusare, difendere, saranno di certo pronti a farlo senza esitazioni e in modo impeccabile, perchè la loro memoria di specie è lì e sanno applicarla anche nelle piccole cose quotidiane.
Se gli animali vivano davvero in un loro limbo, in cui il tempo non scorre e in cui la memoria latita, non so se e quanto possa essere importante per quello che sono in grado di darci. Cercano le nostre coccole, conoscono le nostre abitudini e come le abbiamo integrate con le loro, capiscono i gesti della nostra quotidianità, e credo che questo possa bastare, perchè vuol dire che “ricordano” tutto ciò di piacevole e amorevole che li riguarda. A questo punto posso solo augurarmi che questa loro flebile memoria gli permetta di dimenticare le brutte esperienze e i soprusi, e se continuano a fidarsi di noi forse è davvero così.
[photo courtesy of Emielcia]