La tassa su cani e gatti, a fasi alterne, spunta fuori a gettare scompiglio. La proposta, infatti, presentata nel 2009 dalle parlamentari Jole Santelli e Fiorella Rubino Ceccacci, è riapparsa ieri per bocca del sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo, che si è detto concorde in linea di principio. La dichiarazione, per ovvi motivi, si è attirata le feroci polemiche delle associazioni animaliste.
Dopo nemmeno qualche ora, però, è successo qualcosa di strano, Polillo torna sui suoi passi e tramite Twitter fa sapere che si trattava solo di una battuta nei confronti di un deputato che l’aveva proposta. Nel frattempo, contro l’iniziativa era già insorto uno stuolo di parlamentari e animalisti inviperiti.
Le polemiche non si sono fatte attendere, da chi ha accusato il Governo Monti di aver introdotto tutte le tasse possibili e immaginabili meno quella sull’aria, a chi ha ravvisato nella pressione fiscale, già abbastanza alle stelle, una sorta di punizione contro i proprietari virtuosi.
Come ha dichiarato Carla Rocchi, il presidente nazionale dell’ENPA:
Stupisce che vi sia ancora qualcuno in Parlamento che intenda avanzare la proposta di una tassa su cani e gatti.Una tassa di questo tipo, oltre ad essere discutibile sul piano etico finirebbe per essere un vero e proprio boomerang poiché non solo favorirebbe nuovi abbandoni, ma disincentiverebbe anche le adozioni dei canili, con un conseguente aggravio di spesa per le casse degli enti locali.
Dello stesso parare anche Legambiente, che ha definito la proposta assurda, anche perché le famiglie, in questo particolare momento di congiuntura economica, versano già in gravi difficoltà e un ulteriore spesa rischia di incrementare i casi di abbandono.
Anche la Brambilla ha espresso tutta la sua disapprovazione al riguardo, anche perché gli animali sono dei veri membri della famiglia e si domanda, provocatoriamente, se si arriverà a tassare anche i figli, di questo passo…
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