Spesso le tartarughe d’acqua dolce sono detenute, come prigioniere, in piccole vaschette di plastica, con un palma piccolissima che dovrebbe fare loro ombra, e con pochissima acqua all’interno. Non vi è niente di più sbagliato. Le tartarughe sono animali curiosi, che amano esplorare, nuotare, prendere il sole quando è necessario, riposare all’ombra in altri momenti. Non è pensabile di dover constringere una animale che in natura sarebbe libero in acqua, in una cassetta trasparente e pretendere pure che viva a lungo, i suoi muscoli infatti si atrofizzerebbero in poco tempo.
In simili condizioni una tartaruga non sopravvive se non qualche anno, a differenza della grande longevità che la caratterizza in contesti naturali: occorre in primo luogo costriuire un acquaterrario che offra la possibilità di raggiungere agevolmente sia una parte asciutta sia la parte con acqua profonda almeno mezzo metro. La parte asciutta potrà essere creata con sabbia o con un sottile strato di ghiaia, per permettere all’animale di potersi stendere al sole quando lo ritiene opportuno, per assorbire la vitamina D indispensabile per il suo metabolismo.
Occorre poi che la zona dove la tartaruga vive sia ben recintata: sono infatti otine scavatrici, e occhio anche i predatori come cani o gatti ma anche civette, che possono dare loro fastidio. Occore mantenere una temperatura costante che va dai 25° ai 28°, il riscaldatore è pertanto fondamentale per la sopravvivenza delle tartarughe, che sono animali a sangue freddo e hanno bisogno di una temperatura costante.
Il riscaldatore è un termostato che viene immerso in acqua per mantenerla alla temperatura richiesta dalla specie. Ne esistono di varie dimensioni da 25 wat a 300 wat e vanno scelti in base alla capienza dell’acquario. Altro elemento importante è il filtro interno, compatto e che contiene una spugna, del carbone attivo e una pompa aspirante: questo filtro è consigliato per una vasca piccola e con una sola tartaruga al suo interno.
Il filtro esterno invece è l’ideale per tenere pulita l’acqua, e richiedono pochissima manutenzione: tutto lo sporco va a defluire in un bidoncino sigillato fuori dall’acqua, mantenendola pulita con un riciclo costante. Nei prossimi giorni torneremo sull’argomento e ci occuperemo di illuminazione e delel zone emerse.
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