Passando per i lupi e attraversando i culti egiziani e greci arriviamo alla Roma degli Imperi, quella delle conquiste e delle guerre, che proprio durante queste ultime iniziò a utilizzare i cani come fedeli compagni anche sui campi di battaglia. L’impiego dei cani era di due diversi tipi: cane da collegamento e cane da attacco. Per l’attacco e la difesa venivano utilizzati i Molossi, che avevano zanne come tenaglie e attorno al loro collo venivano messi dei collari con lame appuntite, in modo che spesso il nemico scappava ancor prima di affrontre il combattimento con il nemico a quattro zampe. La sorte dei cani da collegamento era di sicuro peggiore. Essi ingoiavano un piccolo tubo di rame in cui veniva racchiuso il messaggio. Una volta arrivato a destinazione il cane veniva ucciso, visto che in guerra non c’era di certo il tempo di aspettare l’espulsione in modo naturale.
L’Impero Romano cadde, i barabri arrivarono e iniziò il Medioevo, periodo in cui ai cani toccò una pessima sorte, vivevano nelle strade, formavano branchi spesso feroci, alla ricerca di cibo, una sorta di regressione alla loro vecchia vita da lupi. Probabilmente i modi di dire negativi, che riguardano i cani, risalgono a questo periodo, “solo come un cane”, “vita da cani”, freddo cane”, “figlio di cane”, “mangiare da cani”.