Shar Pei significa cane di sabbia, nome che probabilmente deriva dalla consistenza della sua pelle. Il mantello dello Shar Pei forma sulla sua testa una serie di rughe e di aggrottamenti così particolari che lo rendono unico al mondo. Le prime tracce della loro presenza risalgono alla dinastia Han, in Cina, nel 220 d.C. Erano dei cani da pastore, da caccia e da guardia e venivano utilizzati anche per i combattimenti con cani delle stessa specie o di altre razze. I combattimenti tra cani sono sempre stati molto apprezzati in Cina, purtroppo.
Quando si instaurò il regime comunista lo Shar Pei rischiò di estinguersi. In realtà ci furono grossi problemi per tutti i cani e per i loro padroni. Il possesso di un cane comportava, per legge, sanzioni severe, non solo economiche ma anche corporali, e in più, tutti i cani che venivano incontrati in giro per le città venivano uccisi. Questo dipendeva dal segnale di benessere che veniva dato dal possedere un cane e una razza come lo Shar Pei, definita aristocratica e da sempre appartenuta alle corti dei grandi imperi, era assolutamente da eliminare. Un cane guerriero tanto nobile era il sinonimo di tutto ciò che la dittatura comunista voleva che la gente dimenticasse. Fortunatamente grazie agli sforzi di un uomo, Matgo Law, di Hong Kong, rimasero in vita un numero sufficiente di cani, venne chiesto l’aiuto al resto del mondo per la loro salvaguardia e lo Shar Pei è arrivato fino a noi, diventando oltretutto un cane da compagnia molto apprezzato e amato dai bambini.