Lo si può incontrare nei boschi inglesi che passeggia al guinzaglio con grande disinvoltura in compagnia della sua proprietaria e di due pastori tedeschi, neanche fosse davvero un cane come loro. In realtà è un procione. Cody, questo il suo nome, è un orsetto lavatore del Nord America e vive a Stevenage, in Inghilterra, con la sua amica umana, Kasey Valentine. Ha una storia particolare: salvato dalla ragazza che l’ha adottato, a sua volta la salva tutti i giorni in altro modo.
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Pumpkin, il procione che si crede un cane (Foto)
Avete mai visto un procione che si crede un cane? Siamo nelle isole Bahamas, a Nassau, dove vive Rosie Kemp con la sua famiglia. Un giorno la ragazza trova un cucciolo di procione nel cortile di casa, era caduto da un albero con una zampetta fratturata: Rosie lo fa curare da un veterinario e quando l’animale si riprende, lo lascia libero. Ma ormai Pumpkin, così si chiama, si è affezionato e non vuole andare via. Del resto alle Bahamas è legale tenere in casa un animale di tale specie! Ecco a voi una bella gallery di Pumpkin e della sua amicizia con i cani di casa, Young, Toffee e Oreo.
Cane procione, avvistato anche nel Nord-Est dell’Italia
Sembra che l’Italia del Nord-Est sia letteralmente invasa dal cane procione. Questa specie particolare di animale, è stato avvistato per la prima volta nella riserva di caccia di Socchieve, in provincia di Udine, ma negli ultimi anni gli esemplari si sono moltiplicati. Qualche giorno fa, infatti, sono stati “paparazzati” anche in Trentino. Si tratta di una specie a metà strada tra un cane e un procione e sono davvero adorabili a guardarsi, non credete?
Sequestrate 300 pellicce di procione di origine cinese
Ancora un caso di animali finiti nel mirino di uomini senza scrupoli, utilizzati soltanto per ottenere un guadagno di natura economica e privati del loro habitat naturale e del loro diritto a vivere liberi in mezzo alla natura. Questa volta, però, i procioni protagonisti della storia, chissà quanti in realtà, sono diventati oltre trecento pellicce e capi di abbigliamento che sono stati sequestrati dal Corpo Forestale durante una operazione coordinata dalla sezione investigativa Cites di Roma. Quest’ultima costituisce un vero e proprio organo di difesa che riguarda la Convenzione sul controllo del commercio internazionale delle specie animali e vegetali selvatiche, minacciate di estinzione. I pezzi pronti alla vendita provenivano dalla Cina e stavano per essere immessi sul mercato.