Oscar un labrador nero dagli occhi grandi ed espressivi, un mantello color cioccolato e tanta voglia di insegnare. Si avete letto proprio bene, Oscar è un professore in una scuola inglese.
pet therapy
La gattina che salvò dal suicidio Ivana Spagna
Vips o no siamo tutti esseri umani, tempo fa vi avevo raccontato la storia della volpina Luna che era riuscita a restituire la forza di vivere alla sua padrona, oggi parliamo di Ivana Spagna e della sua gattina che l’ha aiutata a superare un momento di forte depressione che la stava portando al suicidio.
La volpina che si portò via il cancro
Chi possiede un cane e lo porta in passeggiata avrà notato che in quel periodo di tempo i rapporti interpersonali con gli sconosciuti aumenteranno notevolmente, si conosce molta più gente che in discoteca, si sentono raccontare storie, si diventa amici e, magari, si finisce fidanzati, ma la storia che mi è stata narrata è colma di amore e voglia di vivere.
Dog therapy contro lo stress da studio
Siete stanchi e stressati a causa degli esami? Nessun problema basta giocare con un cagnolino. La “sentenza” proviene dalla facoltà di legge dell’Università di Yale che sta sperimentando un progetto per aiutare gli studenti a combattere lo stress, e intende farlo attraverso la dog therapy.
Il bibliotecario Blair Kauffman, in una mail indirizzata a tutti gli iscritti spiega:
E’ documentato che la terapia con i cani abbia efficacia nell’aumentare la felicità, la calma e il benessere emotivo.
La prestigiosa università di Yale non è la prima a ricorrere ad un programma di pet therapy: anche altre università americane avevano sperimentato questa speciale terapia, come, ad esempio quella del Wisconsin a Oshkosh.
La Pet Therapy per gli anziani
Sono una di quelle persone che ha avuto la fortuna di toccare con mano le potenzialità della Pet Therapy, grazie agli animali ho sentito parlare una donna anziana che non parlava oramai da anni, persone spinte dalla voglia di correre di un cane alzarsi ed iniziare a deambulare, alla casa di riposo The Alexander, a Morley in Inghilterra, ci credono ed i risultati ne sono la dimostrazione.
Cani da lettura per i bambini, succede in Gran Bretagna
Gli animali domestici, nello specifico i cani, rappresentano una fonte inesauribile di vantaggi per l’uomo. Dalla pet therapy per i bambini che soffrono di autismo, al sostegno psicologico per gli studenti durante la preparazione di un esame, all’aiuto che offrono per combattere ansia, depressione ed alleviare il peso della solitudine per gli anziani e per i single.
Senza contare l’apporto sul campo dei cani addestrati al soccorso in caso di terremoti e valanghe, impiegati nelle ricerche e nelle operazioni anti-droga o ancora quelli guida per i ciechi.
Ma avreste mai immaginato, un giorno, di sentir parlare di cani da lettura? La notizia, assai curiosa a dire il vero, ci arriva dalla Gran Bretagna, precisamente dallo Staffordshire che ha deciso di lavorare al progetto Reading Education Assistance Dog, avviato negli USA.
I cani sono terapeutici per i bambini autistici
Tuttozampe ha affrontato l’importanza della Pet Therapy in diversi articoli, uno studio canadese pubblicato sulla rivista Psychoneuroendocrinology avvalora l’importanza della zooterapia erroneamente ancora sottovalutata nel paese dello stivale.
Lo studio ha lavorato con 42 cani addestrati specificatamente ad altrettante famiglie con bambini autistici a cui sono stati tenuti sotto controllo gli ormoni associati allo stress sia prima che dopo l’arrivo degli amici a quattro zampe.
Cani guida non ammessi in 72 ospedali su 102, la denuncia dell’AIDAA
Dopo l’episodio della signora, rimasta sola a Varese a mezzanotte per via dell’indisponibilità di taxi disposti a trasportare anche i cani, un altro dato ben poco meritevole per un Paese che voglia evolversi in un’ottica pet friendly, e in questo caso anche sociale, riguarda l’ingresso dei cani guida negli ospedali. Pare infatti che in Italia settantadue strutture ospedaliere su centodue, tra quelle esaminate, non li facciano entrare.
E’ la denuncia dell’AIDDA, Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente, che lamenta la non ammissione dei cani al seguito dei ciechi nei reparti di degenza.
Lo scorso anno erano 86 su 102, ma il miglioramento, come ben evidente, non è stato incisivo e resta comunque un fatto a dir poco vergognoso.
Cani a lavoro, parola d’ordine “non disturbare” (fotogallery)
Per chi come me ha sempre avuto cani il cui unico e già di per sé impegnativo lavoro era mangiare, dormire, giocare, prendersi le coccole e regalare quelle attenzioni speciali di cui solo loro sono capaci, è ancora più sorprendente scoprire che i nostri amici a quattro zampe possono fare e hanno da sempre fatto ancora di più per l’uomo.
Oggi, come nei secoli scorsi in cui trovavano impiego soprattutto nel fare la guardia e come pastori di greggi, i lavori dei cani spaziano in più campi: dalla guida per ciechi, all’apporto nella ricerca di persone scomparse, al validissimo aiuto offerto alla Polizia e alla Finanza nel rintracciare partite di droga. E ancora il cane è fondamentale nella pet therapy, utilissima soprattutto per chi soffre di depressione e nei bambini con autismo, e nel meno conosciuto e recente ma molto apprezzato mestiere di addetto alle pet relations. Questi cani lavorano a tutti gli effetti e hanno dunque un compito ben preciso che non dobbiamo intralciare.
Pet therapy con i leoni marini per aiutare i bambini autistici
Fino ad oggi gli animali comunemente impiegati per la pet therapy erano quelli domestici, ad eccezione del cavallo che viene usato per l’ippoterapia; adesso, grazie ad un progetto di Idi, istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, e Zoomarine, è iniziato un percorso di Terapia Assistita dagli Animali con leoni marini e foche rivolto a bambini di età compresa tra gli 8 e i 14 anni affetti da autismo.
Si tratta del primo esperimento del genere in Europa, nato dall’incontro delle esperienze in Pet Therapy del gruppo di lavoro guidato da Davide Moscato, professore di Neuropsichiatria infantile dell’Università di Roma, responsabile del Centro Cefalee dell’Ospedale San Carlo-Idi, e del know how ventennale di Zoomarine Portogallo, riconosciuto a livello internazionale per gli alti standard qualitativi nella gestione dei mammiferi marini.
I bambini autistici tendono spesso a chiudersi in se stessi e incontrare animali molto particolari può aiutare ad uscire dall’isolamento; in effetti rapportarsi da vicino con un leone marino o con una foca può avere un impatto molto positivo sul paziente.
La pet therapy per combattere l’Alzheimer
il morbo di Alzheimer è una malattia, purtroppo, molto frequente negli anziani e, nonostante le cure e le terapie farmacologiche, spesso i risultati non sono molto visibili. Tuttavia, esistono anche dei rimedi diversi che, in ogni caso, non possono che aiutare il malato e farlo sentire meno solo. In prima linea in questo senso, c’è la pet therapy che permette di avere vicino un animale e prendersene cura, ma a secondo dello stadio del disturbo, va bene pure l’interazione con una bambola o l’ascolto della musica. Certamente, tali soluzioni non costituiscono cure definitive e non saranno miracolose, ma agiranno comunque in modo positivo sulla mente. E’ stato osservato, infatti, che possono diminuire aggressività, agitazione, allucinazioni o ansonnia, anche fino al sessanta per cento.
Ippoterapia, ovvero la terapia con il mezzo del cavallo
In questo blog abbiamo parlato spesso di Pet Therapy, ovvero di terapia con gli animali; oggi è il turno di una speciale metodica chiamata ippoterapia, ovvero la terapia con il mezzo del cavallo (TMC). L’ippoterapia è stata introdotta in Italia nel 1975 dalla dottoressa belga Danièle Nicolas Citterio; in sostanza l’ippoterapia è una cura che usa il cavallo per migliorare la salute di un paziente umano, ma che non va considerata una terapia alternativa a quelle tradizionali, bensì un’integrazione ad essa e comunque sempre effettuata da personale specializzato.
L’ippoterapia risale all’antichità: già attorno al 360 a.C. Ippocrate di Coo consigliava ai suoi pazienti delle lunghe cavalcate per combattere l’insonnia e l’ansia; più recentemente, nel primo dopoguerra, il cavallo era usato nei paesi scandinavi e in Inghilterra nei programmi di riabilitazione.
Cavalier King Charles Spaniel, il cane magico (prima parte)
Il Newly Updated- Forex Trading Gps nome Spaniel è stato attribuito storicamente, con molta libertà, un po’ a tutti quei cani che si comportavano come uno Spaniel, anche se non avevano alcuna somiglianza fisica con la vera razza Spaniel. Il Cavalier KIng Charles Spaniel va però al di là di questa generalizzazione. Questo piccolo cane, che prende questo nome dal re Carlo II d’Inghilterra, di cui era il prediletto, non può essere paragonato a nessun’altra razza visto il suo temperamento totalmente altruista, che non tiene mai conto di se stesso. Il suo desiderio principale è quello di lenire le afflizioni del genere umano, con una sua grazia tutta particolare oltretutto!
Inizialmente forse fu un cane che aveva qualche utilizzo particolare, ma questo durò molto poco, visto che da sempre tutti lo ricordano come il cane da compagnia perfetto, d’algo rango, chiaramente. Che sia stata la moda o le dicerie, questo cane è diventato il cane da grembo prediletto, delle signorine e delle signore, delle nobili e delle regine, come se la sua natura fosse proprio quella di confortare l’animo femminile.
Animali domestici in ospedale, a Genova pets in corsia
Dopo la partenza di un progetto pilota che ammetterebbe i cani negli spazi comuni e sugli spalti delle piscine comunali di Torino, stavolta tocca a Genova lanciare un segnale positivo verso l’inclusione degli animali domestici anche in aree tradizionalmente considerate off-limits per gli amici a quattro zampe. L’idea è quella di consentire ai pets l’ingresso negli ospedali per fare visita ai loro padroni ammalati.
Soprattutto per le persone anziane ma anche per i bambini e comunque per chiunque sia molto legato al proprio cane e al proprio gatto, la degenza si fa ancora più dolorosa se costringe a stare lontani dal proprio beniamino. Da qui l’idea, per ora applicabile solo all’ospedale San Martino di Genova, il maggiore della Liguria, di far entrare in corsia gli animali.