Il microchip anche per i gatti? Certamente: si tratta del mezzo migliore per non perdere il proprio micio girovago, o comunque per avere una preziosa opportunità di ritrovarlo. E’ per questo motivo che la sezione di Firenze dell’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) ha lanciato l’iniziativa: “Cippa il gatto”. Fino al 18 aprile presso l’ambulatorio di via Ricasoli 73R sarà possibile microcippare il proprio micio con un costo di soli 15 euro. Il prezzo abituale oscilla tra i 25 ed i 100 euro a seconda del veterinario. Il 6 ed i 7 aprile invece presso il Parco delle Cascine, sarà possibile scovare “Isotta” l’ambulanza veterinaria, attrezzata per l’occasione ed accompagnata da un team di volontari e veterinari che non solo potranno cippare i mici domestici ma anche fornire tante informazioni. Al contempo sarà qui organizzato anche uno spazio dedicato ai bambini con un concorso a premi sul disegno del gatto più bello.
Microchip
Spese veterinarie nel redditometro e microchip, che ne pensate?
Certe notizie non le comprendo, come questa che ho trovato stamane e che riporta un allarme dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari (ANMVI): il possesso del cane e le spese veterinarie inserite nel redditometro possono indurre a non mettere il microchip ai cuccioli che si prendono in casa, per paura del fisco. Secondo quanto segnalano le agenzie di stampa, il Presidente dell’Anmvi Marco Melosi avrebbe richiesto un incontro urgente al Ministro per la Sanità Balduzzi al riguardo, affinché intervenga presso il dicastero delle finanze.
Border Collie torna a casa dopo 9 anni
Il Natale porta sempre con se qualcosa di magico ed anche quest’anno una storia speciale ve la possiamo raccontare. E’ quella di Rocco, un Border Collie scomparso 9 anni fa da Tolentino e ritrovato la settimana scorsa a Macerata. Ho i lacrimoni da quando ho letto questa notizia, ma voglio raccontarvela egualmente. Era il dicembre del 2003 quando lo splendido e giocoso cagnolone di 4 anni è scomparso. Vane le ricerche, durate mesi, tristissimo il bimbo che fino a quel momento aveva giocato con lui a fresbee. Ma poi l’arrivo di una telefonata dal canile comunale di Macerata, pochi giorni fa, in cui si chiedeva se era stato smarrito un cane. Uno scherzo di pessimo gusto?
Bonus per chi adotta un cane abbandonato: succede in Toscana
Una bella iniziativa arriva dalla Toscana precisamente dalla città di San Casciano: un bonus di
Border Collie torna a casa dopo tre anni
Un cane torna a casa dopo tre anni: succede negli Stati Uniti, in particolare nello stato dell’Oregon. Trentasei mesi fa un bell’incrocio di Border Collie si era allontanato da casa, per la disperazione della sua famiglia, la quale per tutto questo non si è mai arresa, ma ha continuato a cercare l’animale domestico di casa, sperando in un suo ritorno. Ieri la bella notizia: il cane è vivo e sta bene. La telefonata giunge da una clinica veterinaria nello stato dello Utah, lontano oltre ottocento miglia: il pelosino è stato curato e nutrito e non corre alcun pericolo. La piccola peste è stata ritrovata in un canyon, e grazie alla presenza del microchip identificativo è stato possibile risalire ai suoi proprietari.
Microchippa il tuo cane, campagna per l’uso del microchip a Milano
Al grido di Microchippa il tuo cane, è partita a Milano una settimana di iniziative per sensibilizzare i milanesi sulla necessità di consentire l’identificazione del proprio cane attraverso un microchip. Una campagna importante e fortemente voluta per contrastare il fenomeno del randagismo che si intensifica soprattutto durante la stagione estiva: l’evento è stato presentato oggi a Palazzo Marino e prevede l’affissione di locandine, attività di sensibilizzazione in tutte le aree cani di Milano, comunicazione capillare presso tutti i veterinari di Milano e anche una giornata speciale al Parco Canile il 19 maggio prossimo, dalle 10 alle 16 in via Acquila 82.
Cani: a Roma vigili dotati di lettore microchip
Nella città di Roma i vigili sono stati dotati di un lettore speciale, che permette loro di leggere il microchip degli animali. L’idea, lanciata dall’assessore all’Ambiente con delega alla tutela degli animali, Marco Visconti, è stata realizzata dal comune di Roma che ha consegnato al Nucleo Pics Decoro della Polizia Locale della capitale dici lettori di microchip, che saranno usati per identificare i cani non solo abbandonati ma anche fuggiti e per contrastare il fenomeno, sgradevole, della mancata raccolta delle deiezioni canine.
Il traffico di animali da compagnia è reato: un manuale spiega i contenuti della legge 201/2010
Il traffico illecito di animali da compagnia è un reato, sancito dalla legge 201/2010. Non tutti lo sanno, benché questa estate nel nostro Paese si sia assistito alla prima condanna al riguardo. Nella giornata di ieri è stato presentato un manuale per l’applicazione della nuova legge. Il volume, dal titolo “Procedure per l’esecuzione dei controlli nella movimentazione comunitaria di cani e gatti” è rivolto a medici veterinari, ufficiali e forze dell’ordine ed è stato redatto dalla LAV, dal Ministero della Salute e dalla FNOVI in collaborazione con la Polizia di Stato ed il patrocinio dei Ministeri degli Affari Esteri e del Turismo.
Un’anagrafe e un microchip anche per i conigli
Conigli, sempre più diffusi come animali d’affezione con quanto ne consegue di positivo e di negativo. Come tutti i pets, infatti, anche i dolci e morbidi tuttozampe sono vittime degli abbandoni. Adottati come giocattoli, solo perché fanno tenerezza, vengono scaricati non di rado dopo poche settimane.
E’ invece importante essere a conoscenza dell’impegno che richiede detenere un coniglio, proprio come un cane o come un gatto, non è un soprammobile né tantomeno un peluche senza vita.
Per scongiurare il fenomeno degli abbandoni dei conigli è nata, proprio come è avvenuto per Fido e Micio, l’anagrafe dei conigli.
Un microchip anche i per i gatti
Il microchip per gatti, a differenza di quanto accade per rintracciare i cani in caso di smarrimento, è poco pubblicizzato ed usato e soprattutto non è obbligatorio. Della sua importanza si parla poco ma è cruciale se il gatto si perde, viene rapito o scompare in modo sospetto soprattutto in questi ultimi tempi in cui accadono cose orribili, sevizie e maltrattamenti ai danni dei mici che in molte città italiane scompaiono in grande numero allarmando le autorità.
L’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), che ha promosso l’Anagrafe nazionale felina (www.ananagrafenazionalefelina.it), attiva dal 15 ottobre 2010, ha lanciato un’iniziativa di sensibilizzazione per i nostri amici felini, volta a sviluppare la cultura del microchip anche per i proprietari di un micio oltre che di un cane.
L’obiettivo è che in caso di smarrimento, vedetela soprattutto in quest’ottica, ma anche di abbandono, sia più facile rintracciare il micio.
Microchip, conosciamolo meglio
Il microchip è un circuito integrato applicato nel tessuto sottocutaneo di un cane o di un gatto, o di un altro animale domestico e non, grandi quanto un chicco di riso e basati su una tecnologia passiva RFID. Come tutti noi sappiamo il microchip ha sostituito il tatuaggio per l’identificazione degli animali da affezione, che in tal modo possono essere ricondotti al loro proprietario: tale sistema è particolarmente utile in caso di smarrimento dell’animale, o di furto o ancora, di abbandono.
I Microchip sono apparecchi inerti, chiamati RFID che non contengono alcuna forma di energia interna: i componenti di base sono tre, un chip di silice (che contiene il così detto circuito integrato oltre al numero di identificazione, ai circuiti elettrici per trasmettere le informazioni al lettore), un nucleo di ferrite circondata da un filo di rame che agisce come un’antenna ed un piccolo condensatore che agisce da sintonizzatore.
Questi componenti sono racchiusi entro una capsula di vetro biocompatibile e sigillati ermeticamente per impedire l’ingresso di liquidi corporei. Il chip contiene al suo interno il numero d’identificazione, più circuiti elettronici per trasferire tale informazioni allo scanner: questo scanner agisce come lettore ottico ed è in grado di captare il numero di microchip cui l’animale è abbinato, riconoscendo dunque il suo legittimo proprietario.
Cura dei gatti, gli sbagli da evitare
Quando ci prendiamo cura di un gatto, non sempre abbiamo l’esperienza necessaria per evitare di sbagliare. Con i primi mici si fanno molti errori che un proprietario di gatti con più pets all’attivo e da più anni, reputerebbe grossolani. Ebbene, ma quali sono gli errori più comuni?
Stando al parere degli esperti, una delle mancanze più gravi sta nella scarsa attenzione riposta nella prevenzione delle malattie. In molti trascurano una visita di controllo annuale dal veterinario che è invece estremamente importante per diagnosticare i problemi di salute nella fase iniziale, quando molte malattie sono facilmente curabili.
Altro errore è non dotare di un ID o di un microchip il micio. Molti gatti non ne hanno uno, a differenza dei cani. Ricordate che anche i gatti che vivono in casa di tanto in tanto potrebbero sfuggirvi, e se lo facessero sarebbero estremamente vulnerabili. Un ID o un microchip è il modo migliore per far sì che un gatto smarritosi vi venga restituito. Senza identificazione, molti gatti finiranno nei gattili o in strada e non saranno mai riuniti ai loro proprietari.
Gatti, l’importanza del collare
Oggi ci occupiamo di un accessorio spesso sottovalutato e che invece è importantissimo, in alcuni casi, per il nostro gatto. Stiamo parlando del collare. Molti proprietari, vuoi a causa dell’insofferenza che mostrano i nostri mici quando glielo si fa indossare, vuoi perché il gatto vive in casa e non ritengono necessario prendere misure precauzionali in caso di smarrimento, ne fanno a meno.
Eppure, i dati diffusi da un recente studio pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica The Journal of American Veterinary Medical Association, parlano chiaro: meno del 2 per cento dei gatti smarritisi e alloggiati nei rifugi per animali e nei gattili, viene restituito ai legittimi proprietari, a diffenza della percentuale di cani che fa ritorno a casa che è notevolmente più alta ed è pari al 15-19%.
Per gli esperti, la causa di una percentuale così bassa nei ritrovamenti è da ricercarsi probabilmente proprio nella mancanza di un collare con targhetta identificativa o di un microchip.
I proprietari di cani devono registrare l’animale all’anagrafe canina ed utilizzare un chip identificativo, mentre per i gatti questa misura non sempre viene richiesta.
Gatti, gli errori da non commettere
Quali sono gli errori più comuni che noi proprietari di gatti commettiamo con i nostri piccoli amici? Secondo i dati forniti a Petplace.com da alcuni veterinari interpellati sull’argomento, le imprudenze più diffuse tra i gattofili, dovute a disattenzioni o a false credenze, sarebbero in tutto cinque.
Le cinque trappole da evitare per non causare rischi per la salute del gatto e per la prevenzione delle malattie. Ma anche per non incorrere in brutte sorprese qualora il gatto si smarrisse. Ma vediamole nel dettaglio, dopo il salto, queste brutte abitudini di noi proprietari di gatti.