Dopo il primo impatto con l’uomo preistorico, e quindi con la caccia, addentriamoci ancora all’interno del mondo canino, ripercorrendone i passi attraverso la storia e soffermandoci su un’altra caratteristica fondamentale dei cani, la guardia, che come la caccia venne scoperta e immediatamente utilizzata dall’uomo.
Le raffigurazioni preistoriche non riguardano i cani. Chiaramente gli artisti del tempo erano più attratti dal riprodurre grandi bisonti, elefanti, renne, gli animali che venivano cacciati e uccisi e che poi diventavano cibo, che fornivano pellicce e quindi il Canis Familiaris manca completamente nelle prime preistoriche forme d’arte. Esso era sicuramente un compagno abituale, che non richiamava l’attenzione in questo senso, fino a quando anche queste prime forme d’arte si sono evolute e sono cambiati anche i soggetti rappresentati. Appaiono le iene e gli sciacalli e circa nel 4.500 a.C. ecco comparire anche i cani, dipinti nell’atto di aiutare i cacciatori. E’ stato ritrovato anche un coltello, risalente a 4-5 mila anni fa, sul cui manico è ritratto un cane con un collare. Molte rappresentazioni hanno convinto gli storici e gli esperti riguardo al fatto che il cane venisse utilizzato anche per fare da guardia ai villaggi.