Dopo ben 13 anni di lotte da parte di tutti gli animalisti del mondo finalmente oggi entra definitivamente in vigore la nuova normativa comunitaria che vieta l’allevamento di galline ovaiole in batteria. Questo perché le condizioni in cui vivono, in microscopiche gabbie (grandi come un foglio A4) una al fianco dell’altra in enormi capannoni, non è certo il miglior modo per tutelare il benessere di questi animali domestici. Senza dimenticare che il benessere di una gallina ovaiola significa uova di qualità che noi arriviamo a mangiare. Di cui nutriamo i nostri bambini. La nuova legge prevede il divieto e norme sanzionatorie per gli allevatori che non si adegueranno cambiando tipologia di produzione delle uova, con sistemi alternativi alle gabbie: a terra o all’aperto o in gabbie cosiddette “modificate” o “arricchite”.
galline
Manifestazione per la tutela delle galline
Sabato 13 e domenica 14 marzo la Lav scenderà in 350 piazze italiane per porre l’attenzione dei cittadini su un problema attuale e brutale: le condizioni in cui vivono le galline da batteria. Le galline da allevamento intensivo infatti sono costrette in gabbie minuscole, all’interno delle quali non riescono neppure ad aprire le ali, pigiate fino all’inverosimile.
Tale condizione determina ovviamente disturbi per i poveri volatili, quali tic nervosi, spennamenti tra animali, infezioni: nuna vita innaturale alla quale le galline sono costrette per poter produrre quantitativi di uova esagerati. In Italia si consumano annualmente 12,9 miliardi di uova e ben l’80% delle galline sono allevate in allevamente intensivi: ed il consumo di uova è destinato ad aumentrare negli anni.
Una recente indagine condotta da Eurobarometro ha stimato che ben il 62% dei consumatori europei è disponibile ad acquistare prodotti maggiormente rispettosi del benessere degli animali, uova biuologiche o da allevamento naturale ad esempio, maggiormente rispettose altresì della salute umana in quanto si tratterebbe di galline allevate ad erba e mangimi naturali, senza antibiotici o sostanze dopanti come invece purtroppo spesso accade nelle batterie.
Galline e lombrichi per salvare dai rifiuti un comune belga
Troppi rifiuti in giro e una grossa difficoltà a smaltirli: così l’amministrazione di una cittadina che si trova nel sud del Belgio, ha avanzato la proposta di donare delle galline alle famiglie che possono consumare, in questo modo, almeno in parte ciò che viene gettato nei sacchi della spazzatura. Da troppi giorni infatti, Mouscron, è diventata invivibile a causa di cassonetti stracolmi e maleodoranti e la situazione potrebbe, ben presto, trasformarsi in emergenza anche a livello di salute, per tutti i cittadini.
Lav in piazza per difendere 40 milioni di galline
350 piazze italiane per difendere i diritti delle galline: a organizzare l’evento è la Lav, la Lega Anti vivisezione, che il 13 e 14 marzo prossimi, chiederà a istituzioni e cittadini di acquistare uova che provengano da esemplari liberi. Riconoscere la differenza è facile, visto che nella scatola si trova scritto un codice che conferma la provenienza; se vi si trova apposto il segno 3, vuol dire che le galline produttrici si trovano in allevamento. Le condizioni in cui vivono queste creature, infatti, sono al limite della sopravvivenza e soltanto con una azione comune, si potrà fare qualcosa per aiutarle.