Il coniglio nano è nato dalla selezione del coniglio selvatico, diffuso in natura nell’Africa settentrionale e nell’Europa centro-meridionale; nel 1859 fu introdotto in Australia, dove si adattò con molta rapidità, tanto da riprodursi molto velocemente. Il coniglio nano, come quello selvatico, appartiene all’ordine dei Lagomorfi ed alla famiglia Leporidae.
Il coniglio nano pesa da 600 g. a 1200 g., e differisce da quello selvatico nella lunghezza, che va dai 30 ai 40 cm, nelle orecchie che sono più corte e dal muso più breve, che fa apparire la testa tondeggiante e tozza. Come il coniglio selvatico, anche quello nano, possiede 28 denti: 22 molari, 4 incisivi superiori e 2 incisivi inferiori, mentre mancano i canini; i molari della mandibola superano quelli della mascella, costringendo i conigli, come i ruminanti, ad una masticazione a movimenti laterali.
Il pelo è composto dalla lanugine, che costituisce la porzione più fitta e più corta, dalla giarra, formata dai peli più lunghi, ed infine dai peli tattili che ricoprono le labbra. La colorazione del pelo ha subito notevoli variazioni durante le selezioni; la prima è stata quella del coniglio selvatico, cioè grigio con sfumature nere, e le successive sono il bianco, il beige, il grigio-azzurro e argento, il nero, il bruno, e tutte le varietà pezzate. Esiste anche una varietà, molto ricercata, che presenta la stessa colorazione del gatto siamese.