Quello appena trascorso è stato purtroppo un ferragosto dai tristi risvolti, almeo per i nostri amici a quattro zampe: dai dati raccolti in questi giorni dall’Aidaa (Associazione italiana Animali e ambiente) si registra una forte scarsità di spiagge pubbliche e stabilimenti balneari aperti ai bagnanti con i cani, poco più di cento in tutta Italia. Sono aumento invece le segnalazioni relative a cani rinvenuti morti ai bordi delle strade e le richieste di informazioni per soccorrere animali feriti, come dettato dal nuovo codice della Strada.
Insomma pare proprio che i comuni non vogliano saperne di aprire le spiagge ai cani: quelli che hanno aderito alla proposta del ministero e dell’Anci, di riservare una spiaggia libera attrezzata ai padroni con i loro cani, sono stati solamente 6 sui 636 marittimi. Veramente pochini se si pensa alla grande estensione del litorale nella nostra penisola. Anche gli stabilimenti balneari che garantiscono l’entrata dei bagnanti con i cani sono veramente pochini. In tutto 107: la palma d’oro va alle spiagge di Romagna, Toscana, Liguria e Friuli Venezia Giulia.
Gli investimenti di animali randagi o abbandonati sono purtroppo in aumento: da inizio agosto complessivamente vi sono state 314 segnalazioni, di queste 78 dalla Puglia, 61 dalla Sardegna e 43 dalla Campania. Le isole ed il sud si confermano anche per questa estate 2010 i territori con il maggiori numero di abbandoni e randagismi.