Oggi vi presentiamo un video che personalmente mi ha emozionato molto: è stato realizzato dall’organizzazione internazionale Peta e mostra la vita di due cani, con due destini decisamente differenti.
cani alla catena
Cane legato alla catena e legge regionale Veneto
Richiesta di consulto legale:
Il mio vicino di casa che da almeno tre anni tiene il cane legato alla catena. Mi si spezza il cuore nel vedere un cane così buono, non essere mai liberato nemmeno per una passeggiata, siamo in campagna, ha una catena lunga e la tettoia sopra la cuccia, tuttavia tutto ciò non rende certo un cane felice. Il padrone vive solo, ha mezzi economici buoni ed ha una casa grande con il prato. Onestamente non so perché abbia preso un cane, dato che non se ne cura se non per portargli da mangiare. Cosa posso fare?
Cane legato alla catena salvato da quattro bambini
Kenneth, Kenny, Kevin ed Andrew sono quattro bambini davvero coraggiosi: mentre stavano dando una mano con un trasloco i vicini di casa, hanno salvato un cane legato alla catena. Il cagnolino piangeva disperato, quando sono accorsi l’hanno trovato legato ad un palo con una corda elastica.
Cane lasciato morire legato alla catena ma..
Quella che si sono trovati innanzi agli occhi i volontari dell’organizzazione no profit Chain of Hope, era una scena straziante. Un cucciolo di cane di future grosse dimensioni, legato con un catena cortissima ad un blocco di calcestruzzo nel giardino, nonostante i suoi proprietari avessero cambiato abitazione. Unica cosa che riusciva a fare questo amico a quattro zampe? Abbaiare per chiedere aiuto. Il cucciolo sarebbe senza dubbio morto di stenti, ma leggete cosa successo.
Cane randagio trovato con moschettone nel petto
Una storia terribile di maltrattamento nei confronti di un amico a quattro zampe, questa volta giunge dalla provincia di Sassari, in Sardegna. Un cane randagio è stato rinvenuto dai volontari della squadra Taxi Dog, mentre si aggirava aggressivo e diffidente, spaventato per la strada.
Cane legato alla catena per dieci anni, ecco la sua liberazione (Video)
Dieci anni legata ad una catena, in uno spazio piccolissimo per potersi muovere: ecco la triste storia del cane Judith, un nome che le hanno dato i volontari di un’associazione per la tutela animale, che l’hanno salvata. Ecco il video emozionante della sua liberazione e della sua trasformazione.
Cani alla catena, animalista digiuna per 56 giorni
Su Tutto Zampe avevamo già avuto modo di parlare dell’animalista ravennate Davide Battistini. L’anno scorso, infatti, aveva intrapreso lo sciopero della fame per spingere la Regione Emilia Romagna ad approvare una legge contro il maltrattamento dei cani. Il motivo che l’ha spinto a digiunare ancora per protestare contro i cani alla catena è la mancanza di un regolamento attuativo.
Cani alla catena, vicini al divieto?
Qualche settimana fa, vi abbiamo raccontato del caso di Davide Battistini, l’animalista di Ravenna, che dal 1° gennaio porta avanti lo sciopero della fame per abolire la catena come mezzo di detenzione per gli amici a 4 zampe. Oggi, arriva finalmente una buona notizia, è stato presentato, infatti, il progetto di legge per porre finalmente il divieto.
Cani alla catena, un caso smuove gli animi
Vedere un cane perennemente legato alla catena è straziante, forse perché m’immedesimo e non vorrei mai sentirmi così. Trovo che sia un’ingiustizia, ma purtroppo non esiste ancora una legge nazionale sull’utilizzo della catena per la detenzione dei cani, se non dei regolamenti comunali. Arriva però una buona notizia, che spero possa dare il buon esempio al resto d’Italia.
Cani maltrattati in un deposito: succede a Roma
I volontari dell’associazione Earth hanno segnalato alle autorià giudiziarie di Roma la presentza di alcuni cani costretti alla catena, nei pressi di un deposito commerciale in via Monteflavio, zona Tiburtina a Roma. Questi poveri animali, due cani meticci di pastore tedesco, senza dubbio posti a guardia del deposito stesso, si trovavano in scarse condizioni igieniche, denutriti ed imossibilitati nei movimenti: il metallo della catena aveva creato ad alcuni di loro delle piaghe nella pelle, erano nutriti con degli scarti buttati direttamente in terra e abbeverati con acqua sporca contenuta in un secchio e presente da chissà quanto tempo.
Maltrattamenti: tipologie e leggi di riferimento
La parola maltrattamento ci porta subito a pensare ad animali abusati, picchiati o torturati: invece il concetto di maltrattamento animale è molto più ampio. Esistono tre tipi di leggi che regolamentano la protezione animale: nazionali, regionali e comunali. Le leggi nazionali sono valide su tutto il territorio italiano, ed in particolare sono la legge 281 del 1991 (Legge quadro in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo) e la legge 189 del 2004 (Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali).
Dopo l’approvazione della 281 tutte le regioni italiane hanno fatto propria la normativa nazionale emettendo una loro legge regionale collegata. Infine, ci sono le leggi comunali: sono tanti i comuni italiani che in questi anni si sono dotati di un ordinamento completo sulla tutela animale. Per le città e i paesi che ancora non l’hanno emesso, la questione è un po’ più complessa perché occorrerà far riferimento alle singole ordinanze emesse dal sindaco.
La legge nazionale è molto generale ed afferma che è vietato abbandonare, picchiare, uccidere un animale o farlo vivere in
condizioni non etologicamente compatibili con le esigenze della sua specie: per tutte le specifiche situazioni occorre fare riferimento alle leggi regionali e comunali (regolamenti ed ordinanze).
Troppi cani alla catena: ultima denuncia di Aidaa
Ultima denuncia proveniente dall’associazione Aidaa: in Italia ci sono almeno due milioni di cani che vivono quotidianamente legati a una catena lunga meno di due metri e circa 700.000 quelli che vivono in spazi angusti o che vivono con una catena al collo della lunghezza inferiore a un metro subendo di fatto uno stato di stress e maltrattamento. In particolare circa 50.000 cani vivono in situazioni di assoluto abbandono in spazi angusti, in mezzo ai propri escrementi e molto spesso lasciati senza cibo ed acqua. Nella nota viene precisato anche che i cani tenuti ad una catena corta sono più diffusi nelle zone rurali del centro-sud Italia ma anche nel nord della Lombardia, in Emilia, Piemonte e Veneto.
Ad essi si aggiungono le decine di migliaia di cani quasi tutti di grosse dimensioni che sono costretti a vivere in piccoli spazi recintati (fenomeno diffuso in campagna) e oltre 40.000 cani prevalentemente di piccola e media taglia (ma non mancano le segnalazioni dei cani di grossa taglia) costretti a vivere di fatto sul balcone degli appartamenti fenomeno questo molto diffuso in citta’ e nelle zone urbanizzate. Lorenzo Croce presidente Aidaa precisa:
E’ ora di iniziare una campagna di sensibilizzazione diffusa per abolire o almeno ridurre al minimo l’uso delle catene per legare i cani in quanto si tratta di un atto inumano e poco civile, senza contare che a detta degli esperti i cani tenuti perennemente alla catena diventano piu’ cattivi ed insofferenti. Questa e’ una battaglia di civilta’ che si affianca a quelle per la sterilizzazione obbligatoria per i cani randagi.