Il cane è quella cosa a metà strada tra l’angelo e il bambino: parola del ‘principe della risata’, l’indimenticato Totò, ultima grande maschera della commedia dell’Arte che per amore dei cani, aveva comprato all’inizio degli anni ’60 un terreno alle porte di Roma e realizzato un ospizio per trovatelli, fino a farne un canile attrezzatissimo, all’avanguardia per l’epoca, dove a sue spese ne arrivò a ospitare anche 250. Un video svela l’inedito ritratto del grande attore napoletano: quello di un cinofilo, anzi di un animalista ante litteram, di uno spirito sensibile che considerava i quattro zampe migliori degli uomini.