Secondo appuntamento con la rubrica Pet Click: oggi facciamo al conoscenza di Paco, il simpatico amico a quattro zampe del nostro lettore Luca dalla provincia di Ferrara. Paco è stato adottato da un canile quando era ancora un cucciolo, adesso ha circa due anni, è un giocherellone, ama le coccole e odia la macchina.
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Laserterapia, la nuova frontiera per curare gli animali
Una buona notizia, diffusa dall’Ansa pochi giorni fa, sul fronte della cura veterinaria per cani e gatti: ASAVet, divisione veterinaria di ASA, ha infatti lanciato in Italia Mphi VET, una nuova tecnologia sviluppata e progettata per l’irradiazione dell’impulso brevettato Mls utile al trattamento del dolore, dell’infiammazione e dell’edema negli animali da compagnia, e utilizzato già da diversi anni in medicina umana. Insomma una tecnologia umana applicata con ottimi risultati anche sui nostri amici animali! La vera novità sta nel fatto che tale trattamento potrà anche essere utilizzato dal veterinario direttamente al domicilio del paziente, per una migliore guarigione.
La nuova strumentazione servirà per trattare di numerose patologie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico e delle articolazioni, nonché delle ferite cutanee superficiali e profonde: per ora tra i primi ambulatori veterinari che hanno testato la strumentazione, i risultati sono positivi ed incoraggianti. Si è infatti verificato un aumento della mobilità e un netto miglioramento della postura sui primi pazienti, un Labrador con artrosi e duno Shih-Tzu con ernia.
La Laserterapia MLS non è invasiva, è indolore, è atossica e può essere utilizzata su animali da compagnia di qualsiasi età, ed è particolarmente indicata per il trattamento di diverse patologie. E’ estremamente funzionale alle esigenze e alle problematiche dell’ambulatorio veterinario perché facile da gestire, veloce da applicare e rapida nella risposta.
riferisce la Dott.ssa Miljana Glazar a capo della divisione Veterinaria di ASA.
Il comportamento del cane: intervista ad un educatore cinofilo II parte
Proponiamo di seguito la seconda parte dell’intervista a Giovanni Padrone, educatore cinofilo ed esperto di comportamento dei cani.
Solitamente quanto tempo occorre per far tornare un cane tranquillo?
A parte i problemi di origine ereditaria, o dovuti all’età avanzata, che ne costituiscono una minima parte e per i quali è richiesto l’intervento a vita del veterinario comportamentista (per il supporto farmacologico), nella stragrande maggioranza dei casi il tempo richiesto per la guarigione del cane dipende da diversi fattori: la gravità del problema, la capacità di recepire le tecniche sia da parte del cane che da parte dei proprietari, non da ultimo la capacità di trasmettere le tecniche in modo corretto da parte dell’educatore. In questo ambito si può affermare che il range di tempo richiesto può variare da alcuni mesi a due anni.
Il rapporto cane padrone quanto incide sul comportamento degli animali?
Poiché un rapporto cane/umano sbagliato è alla base della maggioranza dei problemi, direi che il tipo di rapporto è fondamentale per indirizzare il cane verso una relazione sana oppure no. Purtroppo in Italia non vi è ancora una vera e propria cultura del rapporto relazionale anche se vi sono diverse associazioni (compresa la mia A.C.C.S.C.) che tentano di promuoverla e questo è causa di malessere e disagio da parte dei cani che sono spesso costretti a vivere con un partner umano non in grado di dimostrargli l’affetto né di comunicare nella maniera giusta (in un linguaggio non comprensibile da parte del cane). Da noi, come in altre nazioni, vige ancora una realtà antropocentrica nella quale è l’uomo (o la donna) ad imporsi sul cane. Già il fatto che nelle domande si parli di “padrone” e non di “partner sociale” ne è l’evidenza. La realtà vuole che il cane debba essere trattato alla pari e non da essere inferiore. La realtà vuole che l’uomo, in quanto mente più capace di codificare i linguaggi altrui, trovi il modo di rendere chiara la comunicazione col proprio cane (se io voglio parlare con un cinese e non conosco la sua lingua, o mi avvalgo di un interprete o imparo il cinese; allo stesso modo per meglio capire come comunicare col cane, posso avvalermi di un etologo o di un comportamentalista).
Il comportamento del cane: intervista ad un educatore cinofilo
Proponiamo ai lettori di Tutto Zampe una speciale intervista a Giovanni Padrone, educatore cinofilo ed esperto comportamentalista, che si occupa di cani con problemi comportamentali. L’intervista sarà proposta in due puntate.
Grazie Giovanni in primo luogo per aver accettato questa intervista e per averci dedicato parte del tuo tempo per far conoscere ai lettori in cosa consiste la tua attività. Cosa significa essere un educatore cinofilo? In cosa consiste il tuo lavoro e come hai iniziato?
Per quanto mi riguarda, il lavoro di educatore cinofilo è volto a rettificare quei comportamenti che portano il cane all’esacerbazione o alla depressione. Inoltre, insegno ai proprietari il modo di relazionarsi e di comunicare coi propri cani. Il mio inizio nel mondo della cinofilia è avvenuto attraverso un corso da istruttore cinofilo, per il quale però notai di non essere interessato particolarmente, perché riguardava solo l’aspetto addestrativo dei cani e non ciò che più mi interessava, cioè capire come i cani comunicano tra loro attraverso il linguaggio posturale, feromonale e orale. Perciò, in parallelo al corso, iniziai a studiare testi di psicologia ed etologia canina. Il caso ha voluto che il veterinario dei miei cani è anche un comportamentalista (riconosciuto F.N.O.V.I.) ed all’epoca cercava un collaboratore che svolgesse la parte pratica delle terapie comportamentali che egli prescriveva. Iniziò così la nostra cooperazione (che continua tuttora) con i primi più semplici casi. Col passare del tempo e l’aumento della mia esperienza iniziai a trattare casi più difficili, collaborando anche col canile della mia città, acquisendo una autonomia che ora mi permette di svolgere il mio servizio anche quando non richiesto direttamente dal comportamentalista, col quale vi è comunque uno scambio di opinioni ogni qualvolta i fatti lo rendono necessario.
In cosa consistono nello specifico i problemi comportamentali manifestati dal cane?
Il cane ha un determinato modo di comportarsi per relazionarsi con l’ambiente, con i propri simili (conspecifici), con altre specie animali domestiche e col suo partner sociale naturale, cioè noi umani (eterospecifici). Tutto ciò che avviene al di sopra o al di sotto di questo standard è da considerarsi un problema comportamentale. In effetti, i cosiddetti problemi di gestione non consistono in veri e propri problemi di comportamento, semmai di questioni educative. Le patologie del comportamento spaziano da comportamenti esacerbati (come in varie forme di aggressività, le sociopatie, la sindrome IS/IA) a comportamenti inibiti (come nelle sindromi ansioso/depressive, ad esempio la nota ansia da separazione (peraltro non così diffusa come si crede), la sindrome da canile, la depressione acuta e cronica).
Pipì del cane, istruzioni per l’uso
Uno dei primi problemi quando si porta a casa un cucciolo di cane, è quello di dovergli insegnare a non fare la pipì in casa: impresa che spesso appare più difficile di quanto in realtà sia. Sulla questione vi sono pareri di esperti, spesso discordanti tra di loro, oggi cercheremo di analizzarli per capire quale sia l’approccio più corretto. In primis sarebbe opportuno individuare un’area della casa in cui il cucciolo può sporcare, nella quale collocheremo giornali o stracci o quanto altro.
Una volta che il cucciolo individua tale area, si possono portare all’esterno i materiali utilizzati con l’odore della sua pipì, in modo che lui possa abituarsi a sporcare sempre nello stesso luogo. Nel caso in cui il cucciolo invece faccia la pipì in casa, un deciso NO detto a voce alta è più che sufficiente: niente punizioni corporali, non verrebbero recepite, né tanto meno inzuppare il muso del cucciolo nella pipì. Arrabbiarsi non serve a nulla, il cucciolo deve abituarsi piano piano recependo gli stimoli che il proprio padrone gli offre.
Ogni volta che il cucciolo sporca nel posto da noi individuato (coperto dai giornali), lodiamolo ed incoraggiamolo con tante carezze, mentre se sporca in un altro luogo occorre spargere sul pavimento un prodotto che neutralizza gli odori, in modo che il cucciolo non senta il proprio odore. L’obiettivo è far abituare il cucciolo a sporcare sempre nello stesso punto: se viene colto sul fatto, mentre fa la pipì altrove rispetto al luogo stabilito, sgridiamolo, purchè tra il fatto e la sgridata non intercorra troppo tempo. Il cucciolo non sarebbe in grado di ricollegare i due avvenimenti a distanza di tempo.
La Doggy Bag: perchè no?
Negli Stati Uniti è divenuto ormai un fenomeno usuale e di costume: la chiamano doggy bag, e non è altro che la sportina (o sacchetto per il cane, come da traduzione letterale) con gli avanzi di cibo che non si è consumato al ristorante, per sfamare l’amico a quattro zampe. In Italia portare a casa gli avanza dal ristorante non è certamente visto di buon occhio: qualunque esperto di bon ton impazzirebbe alla sola idea, ed il cliente additato come maleducato.
Eppure questa volta i nostri cugini oltre oceano pare proprio che abbiano avuto una bella intuizione, tanto che negli ultimi tempi le doggy bag sono aumentate del 20%. Basti pensare a tutto il buon cibo, spesso intoccato, che ogni sera rimane nei piatti dei ristoranti: carne, pasta, e ogni altro bene che certamente il nostro amico a quattro zampe apprezzerebbe. E che, diciamocela tutta, farebbe anche risparmiare un po’ le finanze dei padroni, che per una sera potrebbero evitare scatolette o crocchette per Fido.
L’idea è nata negli States dove il pranzo fuori casa è ormai una vera e propria abitudine, e ben presto è stata recepita da molti, vip e gente comune. Un esempio per tutti: al vertice del G8 Michelle Obama, moglie del Presidente Americano, al termine di un lauto pasto Made in Italy ha chiesto al cameriere di poter avere una busta con gli avanzi per il proprio cane Bo. Dopo lo sconcerto iniziale (la richiesta è stata fatta pur sempre da una first lady!) la doggy bag è stata consegnata.
Il cane al ristorante
Oggi ci occupiamo di un argomento piuttosto spinoso, ma che certamente sta a cuore a moltissimi lettori: l’ingresso di un cane all’interno di un ristorante. Con l’estate capita che una famiglia voglia concedersi una bella cenetta fuori, magari dopo una giornata trascorsa in giro o al mare: ma come fare se è presente un animale domestico? Lo si deve lasciare fuori oppure può entrare con noi? Si sottolinea a riguardo che non esiste a livello nazionale una legge che vieta l’ingresso dei cani nei ristoranti, tranne quello di accesso alle cucine e ai depositi.
Pertanto alla luce dei regolamenti in materia, si può concludere che ogni gestore è libero di decidere se consentire o meno nel proprio ristorante l’accesso agli animali al seguito dei padroni. Ovviamente l’animale dovrà essere tenuto legato a fianco del padrone in modo da non ostacolare e creare pericolo per gli altri clienti. Vi è invece una specifica disposizione per i cani guida dei non vedenti, che sono sempre ammessi: chi ne ostacola o nega l’accesso rischia anche una bella multa.
L’Anci, Associazione nazionale Comuni ha di recente ribadito che vietare l’ingresso ai cani nei locali pubblici e quindi negli esercizi commerciali è illegale: il Decreto del Presidente della Repubblica n. 320/54 avente ad oggetto il Regolamento della polizia veterinaria, ammette l’accesso dei locali pubblici e sui mezzi di trasporto, purché siano condotti a guinzaglio. Se un cittadino si trovasse nella condizione di essere invitato a uscire da un locale perché in compagnia del proprio animale, potrebbe segnalarlo ai vigili urbani, che dovrebbe preoccuparsi di far rispettare la legge.
La pettorina per cani: pro e contro
La pettorina per cani è un accessorio largamente utilizzato da chi possiede un amico a quattro zampe: ve ne sono diversi modelli in commercio, diversificati a seconda del materiale utilizzato (pelle, nylon) e della conformazione. L’uso delle pettorina ha, secondo alcuni esperti, sia i suoi pro ma anche dei contro: analizzeremo insieme entrambi. Le pettorine così dette scapolari sono sconsigliate in quanto possono creare danni fisici al nostro cane: infatti questo modello tende ad avvicinare le scapole del cane nel momento in cui questo tira trovandosi al guinzaglio, provocandogli a lungo andare dolore e danni fisici.
Sono preferibili invece le così dette pettorine ad H o altrimenti dette modello Feltmann, grazie alle quali la pressione del tiraggio del cane viene scaricata nello sterno grazie alla fettuccia del sottopancia: in pratica la pettorina ad H sposta il baricentro del cane in basso e non tira il collo. In questo modo il cane pur tirando non si ferisce e non subisce danni di alcun tipo. In ogni caso per utilizzare in modo corretto la pettorina, occorre seguire alcune importanti e semplici regole.
In primo luogo occorre che la pettorina sia adattata al fisico del cane, deve essere regolata in grandezza (non alle pettorine troppo strette che non lasciano libertà all’animale e lo costringono), in particolare prestate attenzione al cerchio per il collo ed a quello per il torace. Lasciate circa lo spessore di un dito sia da una parte che dall’altra. Sopra dovrebbe essere posizionato il gancio per il guinzaglio: meglio se ve ne sono due, in modo che il cane sia maggiormente bilanciato.
Cani: uova crude per il mantello lucido
Come mantenere lucido il mantello del proprio cane e poter, in questo modo, andare fieri della sua buona salute e della cura che già dall’aspetto esteriore traspare chiaramente? Ancora una volta, vengono in aiuto di un padrone molto attento, i rimedi naturali ed, in questo caso, sono le uova crude a costituire una soluzione super efficace. Si, è vero, pensare a queso alimento non cotto non fa certo venire l’acquolina in bocca, anche se quotidianamente è impiegatissimo in cucina, ma è ricco di proteine e sali minerali, fondamentali per la buona crescita di un cucciolo ed il mantenimento di un esemplare adulto.
Portare il cane a passeggio fa bene alla salute
Portare a passeggio il cane fa bene alla salute in quanto aiuta a ritrovare la forma fisica e a scongiurare il rischio di ipertensione e colesterolo alto. A sostenerlo è uno studio condotto dalla George Washington University School of Public Health and Health Services e presentato a Baltimora in occasione dell’annuale congresso dell’American College of Sports. La ricercatrice e coordinatrice della ricerca Cindy Lentino ha spiegato:
I proprietari dei cani che non portano a passeggio il loro amico perdono una grande occasione per rimanere in buona salute e fare attività fisica. Se portate a passeggio il vostro cane per soli trenta minuti al giorno, sarete in grado di soddisfare tutti i criteri di una buona attività fisica.
Insomma, il vostro amico a quattro zampe, oltre ad essere un fedele compagno, può rivelarsi un prezioso alleato per la vostra salute, ma non solo; della passeggiata oltre a voi ne beneficerà proprio il vostro cane, in quanto potrà anche lui fare un po’ di movimento e trascorrere più tempo con il padrone.
L’idea di condurre una ricerca sulla relazione tra forma fisica e l’essere proprietari di un cane è stata proprio della dottoressa Lentino in occasione della sua tesi di laurea:
Ho voluto andare oltre per comprendere le differenze di salute che esistono tra le persone che portano a passeggio i cani e quelle che non li portano a passeggio e quelli ancora che non possiedono cani.
Il cane scappa e lo rincorre sui binari: falciato
Nessuno correrebbe lungo i binari, conoscendone i reali rischi per la propria incolumità, se non per un amore sfrenato e senza riserve. E’ quello che è accaduto, invece, lungo la linea ferroviaria Portogruaro- Treviso che dimostra come il legame che unisce il padrone per il proprio amico a quattro zampe, a volte sia davvero indissolubile. Tutto è avvenuto un pochi attimi: il cagnolino che sfugge, un uomo che corre per riprenderlo e una tragica fatalità: un treno passa e lo investe. In più, è rimasta ferita anche la figlia, di soli sette mesi, che portava nel marsupio. Una tragedia che però rivela un grande cuore e, finalmente, un caso di affetto totale verso una creatura allevata in casa ed, evidentemente, parte integrante della famiglia.
Trattare il partner come un cane fa bene al rapporto di coppia
Detto così può sembrare offensivo. In realtà è il suggerimento della psicologa americana Suzanne Phillips per migliorare il rapporto di coppia.
I nostri amici a quattro zampe possono infatti esserci di molto aiuto nell’incremento della comunicazione e della comprensione reciproca con il nostro partner. Come?
Beh, pensiamo a come trattiamo i nostri cani (ma anche i gatti) oggi: affetto, attenzioni, indulgenza.
In breve, li amiamo con tutti i loro difetti e non gli serbiamo rancore quando ci distruggono casa o zampettano lasciando le loro orme appena dopo aver lavato i pavimenti.
La cura delle unghie e la pulizia dei denti nel cane
La passeggiata fuori, la dieta equilibrata e la cura del corpo del proprio cane sono assolutamente indispensabili se si decide di adottarne uno e di farlo diventare parte integrante della propria famiglia. Oltre alle orecchie e alla spazzolata quotidiana, non si deve dimenticare, di tanto in tanto una controllatina alle unghie e, soprattutto, la regolare pulizia dei denti. Le prime vanno tenute d’occhio soprattutto se il cane esce raramente di casa, perchè in caso contrario con il movimento e le superfici dure, queste si limeranno automaticamente; mentre per quanto riguarda la dentatura, va pulita bene per scongiurare l’attacco di batteri e l’alito cattivo.
Ossi crudi e bocconcini speciali per i cani
Non esiste cane probabilmente che non impazzisce di fronte ad un osso crudo, un’ottima occasione per unire due attività che adora: il gioco e il nutrimento. Il consiglio però è quello di acquistarne sempre di grandi che, soprattutto un cucciolo, possa rosicchiare tranquillamente senza il rischio di farsi male, anche seriamente. Mai dare ad un animale delle ossa cotte che si scheggiano e possono perforare gola e intestino.