Amava quella che ormai considerava in tutto e per tutto la sua dimora, nonostante fosse solo una nave che si muoveva tra le onde alte e voleva bene all’equipaggio che la occupava, ritenendo di avere tutto per essere felice. Per questo “Athos” quando, nei giorni scorsi la Jolly Amaranto, ha rischiato di naufragare non ha voluto abbandonarla, proprio come farebbe un comandante fedele al suo compito e alla sua professione. Da cinque anni la cucina in sala macchine era la sua cuccia e aveva visitato mezzo mondo: una vita particolare per un amico a quattro zampe. Il cane “d’altura”, quindi, è stata l’unica vittima della vicenda del cargo italiano, che miracolosamente è uscito senza grossi danni da una terribile tempesta in mare aperto, per poi affondare a poca distanza dal porto di Alessandria d’Egitto. Osservandola da lontano, il pet non se l’è proprio sentita di abbandonarla e ha deciso di tuffarsi nell’acqua gelida per ritornare a bordo, nonostante fosse ormai arenata sul fondale. Immediato il soccorso di uno dei marinai, ma ormai era troppo tardi.