Dei cani molecolari andranno alla ricerca dei resti del corpo (ormai si pensa a questo) di Roberta Ragusa, la donna scomparsa ormai molti mesi fa a Gello, in provincia di Pisa. La cercheranno ancora una volta, nei pressi di quella che era la sua abitazione le unità cinofile della Hbdd (Human Blood Detection Dog) di Livorno. Ne avevamo sentito parlare già per Melania Rea e Yara Gambirasio, e le gemelline svizzere, ma chi sono di preciso i cani molecolari? Perché hanno questo nome poco piacevole che da l’idea di animali geneticamente modificati o peggio di robottini in grado di fiutare l’impossibile?
Bloodhound
L’olfatto dei cani per ritrovare i bambini dispersi: dalle gemelline italiane al Canada
Ricordo le polemiche sui Bloodhound meglio conosciuti come cani molecolari durante le ricerche di Yara, sempre di ricerche si trattano ma in questo caso vengono usate vecchie tipologie di ricerca dove il tartufo la fa da padrone.
Ovviamente non parlo del tartufo come alimento ma del “naso” del cane che sta aiutando a trovare le gemelline e la storia di un pastore tedesco della Polizia Canadese che ha ritrovato un bambino disperso.
Riguardo alle gemelline scomparse, Alessiae Livia Schepp, di cui tutti conosciamo la triste vicenda si stanno facendo delle ricerche a Confignon, nelle campagne intorno a Ginevra.
A quanto pare un testimone disse di averle avvistate in compagnia del padre Matthias, lo scorso 30 gennaio. A cercarle ora sono dei cani specializzati nel ritrovamento di corpi senza vita. Una prova ulteriore viene data dal telefonino di Matthias Schepp che aveva agganciato la cellula vicina alla dogana mentre lasciava la Svizzera, considerando il tragitto da Confignon alla frontiera, Schepp ha avuto quindi poco più di un’ora per recarsi nel luogo dove potrebbe aver lasciato le figlie e ritornare alla sua auto. La fitta vegetazione della zona non agevola però le ricerche dei cani che, speriamo, potrebbero essere decisivi come il pastore tedesco Zak, che in Canada, ha ritrovato un bambino di cui si erano perse le tracce e oramai si pensava al peggio.
Golden Retriever, il cane altruista dal manto dorato
Intorno alle origini del Golden Retriever esiste un mito simpatico e da molti conosciuto. Gli antenati di questi cagnoni dal fantastico pelo sarebbero stati sei cani da caccia russi, che si esibirono in un circo in Inghilterra. Lì li vide il lord Tweedmouth che decise di acquistarli tutti e sei e poi di incrociarli con il Bloodhound, per dar vita a una razza altrettanto bella ma di taglia ridotta. Questa è la leggenda e non sapremo mai se questa storia sia vera o no. In molti sostengono che il Golden Retriever sia nato dall’incrocio tra il Tweed Water Spaniel con un Terranova di piccola taglia o con un Flat-Coated Retriever. Comunque sia dai registri ottocenteschi che provengono dalla proprietà di lord Tweedmouth, in Scozia, risulta che da Nous, il primo Retriever di colore giallo nato in quella dimora, siano poi nati dei cuccioli dorati. Siamo quindi tutti d’accordo almeno sul fatto che non vi fu nome più preciso e indiscutibile di Golden Retriever!
Alla fine del XIX secolo questo cane divenne davvero molto popolare in Inghilterra e venne poi portato anche in Canada e negli Stati Uniti. Iniziò molto velocemente la sua carriera come cane guida per i ciechi e venne anche sempre più di frequente utilizzato per prestare assistenza ai portatori di handicap. Il suo immenso altruismo gli ha permesso di arrivare fino ai giorni nostri con questa sua dote del saper offrire aiuto al prossimo.
Jack Russel Terrier, il cane matto che adora la terra
Il Jack Russel Terrier prende il nome dal reverendo John Russel, che all’inizio del XIX secolo selezionò in Inghilterra, nel Devonshire, questo bellissimo Terrier per la caccia alla volpe. Ormai abbiamo tutti notato che la religione, la caccia e i cani da caccia sono tre elementi che in passato era ben correlati tra loro, facciamo l’esempio del cane di Sant’Umberto, il Bloodhound, selezionato sempre grazie a un monaco appassionato di caccia.
Il reverendo Russel ha dato vita a un cane molto determinato e di umore variabile, un cane da caccia testardo e aggressivo, indipendente e con un’innata capacità di cacciarsi nei guai. Chi possiede un Jack Russel sicuramente avrà pareri diversi sul cane e sul suo carattere, ma per quanto riguarda quelle caratteristiche di razza che non possono essere cancellate probabilmente tutti padroni concorderanno sul fatto che questo cane è aggressivo, con i cani della sua stessa razza e anche con tutti gli altri, è un abile cacciatore ed è un cane che possiede davvero un gran senso dell’umorismo.
Basset Hound, il cacciatore d’alto lignaggio
Il Basset Hound discende dal Bloodhound, e il suo aspetto lo dimostra senza dare adito a dubbi. Fuori dalla Francia non fu mai conosciuto fino al 1863, quando partecipò alla prima esposizione canina che si tenne a Parigi. Da quel momento in poi è sempre stato un cane estremamente popolare, tanto che gli inglesi iniziarono una contesa tra il considerarlo un cane da caccia o un cane da compagnia, per perfezionarne la razza, e alla fine la spuntarono gli allevatori americani che hanno selezionato un cane buffo e simpatico, che mantiene il suo lusso e ama la vita casalinga pur mantenendo inalterate le sue caratteristiche da grande cacciatore.
E’ stato utilizzato quasi per tutti i tipi di caccia, innanzi tutto per il tasso, ma poi anche per la caccia alla volpe, al procione, all’opossum e allo scoitattolo, ma ha sempre avuto una naturale predisposizione anche per stanare i conigli e per far alzare in volo i fagiani. In più ha seguito anche le piste dei caprioli, dei lupi e degli orsi. Davvero un cacciatore nato, il “Cyrano dei Cani”, è stato definito, proprio per quel lungo naso dal fiuto infallibile.
Il termine inglese basset, ovvero bassotto, deriva dal francese bas (basso), abbiamo infatti già detto che la razza ha origini decisamente francesi. Nella sua fisicità non riconosciamo solo la testa del segugio Bloodhound, ma anche il mantello del Foxhound e la fisicità, decisamente irrobustita, del Bassotto.
Bloodhound, il cane investigatore
Pare che il Bloodhound discenda direttamente dal cane di Sant’Umberto (656-727 d.C.). Patrono dei cani e dell’arte venatoria, Sant’Umberto, prima di diventare santo, era un abile cacciatore, che impegnava i suoi cani nell caccia al cervo. Una volta convertito al cristianesimo, dopo una visione, smse di cacciare, o almeno così narra la leggenda, per dedicarsi a fini più spirituali. Sembra quindi che l’attuale Bloodhound sia il frutto di una selezione operata dai monaci dell’abbazia di Sant’Umberto, che si trovava a Mouzon, nella regione delle Ardenne. Questi monaci ogni anno inviavano al re di Francia sei cani, e il re a sua volta li distribuiva ai nobili. La razza si diffuse in questo modo, dai Pirenei fino alla Gran Bretagna.
Nelle Ardenne, il giorno della festa di Sant’Umberto, il 3 novembre, i cacciatori avevano l’usanza di partecipare alla Messa dei Cani. Il capocacciatore arrivava in chiesa con la sua muta e il Bloodhound più vecchio veniva benedetto con l’acqua santa. Questa messa fu istituita nel Medioevo e la pratica è stata osservata fino alla fine della seconda guerra mondiale, poi, improvvisamente, la Messa dei Cani non è più stata celebrata.