Quando ho letto la storia di questo bassotto che per via del suo peso (35 kg) è stato “incoronato” il cane più grasso del mondo, ho avuto un moto di rabbia, devo essere onesta. Come si fa a far diventare il proprio amico a 4 zampe un super obeso? Ma la cosa anche peggiore è che i proprietari, dopo averlo ridotto in questo stato, hanno pensato bene di liberarsene, come un giocattolo rotto.
bassotto
Sparky, il cane che conosce il linguaggio dei segni
Ancora una storia che vede come protagonisti i nostri amici a quattro zampe: oggi ci occupiamo di Sparky, un bassotto prima abbandonato, adottato da una scuola per ragazzi con problemi dell’udito negli Stati Uniti, precisamente nello stato del Missuri. Sparky è stato scelto per aiutare i piccoli ospiti nelle mansioni quotidiane e per farli sentire meglio, una vera e propria Pet therapy che ben presto si è trasformata in qualcosa di più.
Bassotta trova il padrone collassato e chiama i soccorsi
L’eroina di oggi ha le zampe corte, Missy, una bassotta di 11 anni, si è precipitata a cercare aiuto dopo aver trovato il suo padrone svenuto a causa di un collasso.
Charlie Burdon è il signore nella foto, è stato da poco operato di cuore, dopo pochi giorni dal ritorno nella sua casa in Oregon, USA, si è accasciato al suolo.
Le specializzazioni dei cani da caccia
Ieri abbiamo iniziato questo discorso sui cani da caccia, aprendo una piccola parentesi proprio per farci delle domande sulla caccia in sè e poi proseguendo, in punta di piedi visto l’argomento delicato, sul rapporto cane-uomo, nato proprio a partire dalla caccia, e ci siamo fermati al punto in cui gli uomini hanno iniziato ad addestrare i cani, scoprendo come fossero veloci e attivi durante l’assimilazione e come, generazione dopo generazione, i cuccioli riportassero le caratteristiche fisiche, e quelle acquisite durante le esperienze e gli addestramenti, ed è così che sono poi nate le specializzazioni nella caccia, in base alle razze, alle caratteristiche e all’apprendimento dei cani.
Quindi l’uomo insegnò al cane, non bastava solo che annusasse e cercasse, stanasse in modo approssimativo, che inseguisse la preda per prederla o per farla prendere al cacciatore, e il cane imparò. Innanzi tutto la ferma. Sia per attitudine che per addestramento il cane doveva arrestarsi quando avvertiva la presenza della selvaggina. In quegli attimi il cane diventa immbile come una stanza, vibra, alza la zampa, questo è il segnale, la ferma, che indica al cacciatore dove si trova la preda, propriò lì vicino, dove indica il muso. Tra i cani da ferma più famosi conosciamo i Bracchi, gli Epagneul, i Griffoni e i ben famosi Pointer e Setter.
Dandie Dinmont Terrier, il più buffo dei Terrier
Il nome di questa simpaticissima razza canina viene fuori dalla penna di uno scrittore e la storia di come questo piccolo Terrier è diventato famoso in tutto il mondo è la dimostrazione di come spesso, è la vita vera che copia il mondo della fantasia e della letteratura, e non l’arte dello scrivere che si ispira alla vita reale.
Indipendentemente dal fatto che il Dandie Dinmont Terrier si sia fatto valere per la caccia alla volpe, al tasso, alla donnola e alla lontra, in tutta Europa, il piccolino deve la sua fama allo scrittore, inventore tra l’altro del romanzo storico, Sir Walter Scott, che nel 1815 scrisse un libro intitolato Guy Mannering. Il protagonista era un certo Dandie Dinmont, che possedeva sei pepati Terrier, di dedizione e valore sorprendente: Vecchio Pepe, Vecchia Senape, Giovane Pepe, Giovane Senape, Piccolo Pepe e Piccola Senape! Erano ben tre generazioni di cani da caccia, come si può intuire dai loro nomi, flagello di “pantegane, ermellini, donnole, volpi e tassi”.
Il romanzo divenne mito, e i Dandie Dinmont moda. Se ne vedevano molti nei caffè, inglesi e non solo, tutti li desideravano e tutti leggevano e rileggevano il libro di Scott. Quello che colpisce del libro è lo stile, romantico in modo eccellente, e il modo in cui lo scrittore riesce a inserire i sei cani nello scenario scozzese, senza esaltarne la razza, ma rendendoli parte del magnifico paesaggio, e forse è questo il motivo che li ha resi così popolari; non la sublimazione di una razza canina, ma il modo in cui un cane, e questo cane in particolare, può essere parte di un tutto naturale in modo perfetto.
Basset Hound, il cacciatore d’alto lignaggio
Il Basset Hound discende dal Bloodhound, e il suo aspetto lo dimostra senza dare adito a dubbi. Fuori dalla Francia non fu mai conosciuto fino al 1863, quando partecipò alla prima esposizione canina che si tenne a Parigi. Da quel momento in poi è sempre stato un cane estremamente popolare, tanto che gli inglesi iniziarono una contesa tra il considerarlo un cane da caccia o un cane da compagnia, per perfezionarne la razza, e alla fine la spuntarono gli allevatori americani che hanno selezionato un cane buffo e simpatico, che mantiene il suo lusso e ama la vita casalinga pur mantenendo inalterate le sue caratteristiche da grande cacciatore.
E’ stato utilizzato quasi per tutti i tipi di caccia, innanzi tutto per il tasso, ma poi anche per la caccia alla volpe, al procione, all’opossum e allo scoitattolo, ma ha sempre avuto una naturale predisposizione anche per stanare i conigli e per far alzare in volo i fagiani. In più ha seguito anche le piste dei caprioli, dei lupi e degli orsi. Davvero un cacciatore nato, il “Cyrano dei Cani”, è stato definito, proprio per quel lungo naso dal fiuto infallibile.
Il termine inglese basset, ovvero bassotto, deriva dal francese bas (basso), abbiamo infatti già detto che la razza ha origini decisamente francesi. Nella sua fisicità non riconosciamo solo la testa del segugio Bloodhound, ma anche il mantello del Foxhound e la fisicità, decisamente irrobustita, del Bassotto.
I cani nella storia, tra immagini e scritti antichi
Dopo il primo impatto con l’uomo preistorico, e quindi con la caccia, addentriamoci ancora all’interno del mondo canino, ripercorrendone i passi attraverso la storia e soffermandoci su un’altra caratteristica fondamentale dei cani, la guardia, che come la caccia venne scoperta e immediatamente utilizzata dall’uomo.
Le raffigurazioni preistoriche non riguardano i cani. Chiaramente gli artisti del tempo erano più attratti dal riprodurre grandi bisonti, elefanti, renne, gli animali che venivano cacciati e uccisi e che poi diventavano cibo, che fornivano pellicce e quindi il Canis Familiaris manca completamente nelle prime preistoriche forme d’arte. Esso era sicuramente un compagno abituale, che non richiamava l’attenzione in questo senso, fino a quando anche queste prime forme d’arte si sono evolute e sono cambiati anche i soggetti rappresentati. Appaiono le iene e gli sciacalli e circa nel 4.500 a.C. ecco comparire anche i cani, dipinti nell’atto di aiutare i cacciatori. E’ stato ritrovato anche un coltello, risalente a 4-5 mila anni fa, sul cui manico è ritratto un cane con un collare. Molte rappresentazioni hanno convinto gli storici e gli esperti riguardo al fatto che il cane venisse utilizzato anche per fare da guardia ai villaggi.
Bassotto, il cacciatore spiritoso
Pare che il Bassotto abbia assunto questa sua caratteristica corporatura allungata proprio per l’utilizzo prolungato nei secoli come cane da caccia in tana. Quel suo fare che l’ha reso così simpatico e adorabile in realtà è dovuto a una sorta di anomalia da lavoro, che poi l’uomo ha provato a perfezionare nella speranza che il Bassotto diventasse sempre più lungo e stretto, in modo da poter arrivare fino in fondo ad ogni tana!
Le sue origini tuttavia pare non siano tedesche, anche se la razza fu messa a punto in Germania alla fine dell’Ottocento, ma il Bassotto fu anche Teckel, nome con cui infatti è consciuto dai tedeschi e non solo, ovvero una sua versione antica, di cui si trova traccia nella tomba di un faraone.
Esistono tre diverse varietà di Bassotto, a pelo corto, a pelo duro e a pelo lungo, scopriamole una alla volta.