Una storia a lieto fine dopo la tragedia che ha investito la città di Genova, è quella del gatto Lucky (un nome quanto mai azzeccato): il micio è stato infatti salvato dalle piogge dall’intero condominio nel quale viveva. L’amico a quattro zampe infatti era solito restare nel cortile di uno stabile del quartiere di Marassi, accettato e coccolato da tutti i condomini, ma venerdì scorso a causa delle inondazioni, la sua fragile vita ha rischiato di essere cancellata per sempre.
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Alluvione a Genova: il terrore negli occhi del mio cane
Grazie ad una gestione disastrosa, da parte della giunta Vincenzi, dei torrenti che abbracciano la città di Genova e alla mancanza di un corretto piano di prevenzioni noi genovesi abbiamo vissuto una giornata tragica nel capoluogo ligure. Al momento si contano 6 vittime umane, se ne poteva contare una molto pelosa, il mio cane, che ho portato in salvo. Ma cosa è successo agli animali che quotidianamente vivono in città? Di seguito un racconto in prima persona sull’alluvione e un consiglio nel caso vi trovaste in auto nella mia stessa situazione.
Genova: entra in vigore la legge sulla protezione degli animali
Con l’entrata in vigore della legge sulla protezione degli animali (il 12 aprile scorso) sono ufficialmente attive le nuove disposizioni che regolano i rapporti uomo ed animale nel comune di Genova. Non saranno tutelati solo cani e gatti, come solitamente avviene. I 51 articoli stabiliscono nuove norme di comportamento nei confronti di ogni tipo di essere vivente: a partire da insetti come le formiche fino ai classici animali domestici.
Sarà infatti vietato distruggere formicai nei parchi pubblici, cosa che cerca di sensibilizzare la popolazione al rispetto di ogni animale in relazione al suo ruolo di equilibrio ecologico, come sottolinea Edgard Meyer, esponente animalista che ha lavorato al nuovo codice insieme al comune. Si cambia registro anche per i gatti di città, tutelati grazie ad una nuova figura a loro dedicata, per i cani, che dovranno essere tenuti in ambienti idonei, ma anche per le aragoste (divieto di esporle vive), per i pipistrelli (istallazione di appositi “nidi”) e per i topi, attraverso un approccio più soft che punti più sulla pulizia della città che sulla derattizzazione come soluzione al problema sanitario.
Le norme introducono anche il divieto di nutrire i cinghiali selvatici che si avvicinano troppo alla città, cosa che non andrà giù ai tanti fan dell’ormai defunto cinghiale Piero, divenuto una star proprio nel genovese e l‘utilizzo della falconeria per allontanare piccioni e gabbiani. L’obiettivo, secondo Edgar Meyer, animalista e collaboratore dell’assessorato al Benessere Animale del Comune di Genova, nonché ideatore del regolamento stesso, è quello di costruire la convivenza trovando un punto di equilibrio fra tutte le specie che abitano i centri urbani”. E di passare così “dall’antropocentrismo al biocentrismo.