L’abbandono degli animali è fenomeno di cui si sente parlare spesso, soprattutto in estate e non caso. Purtroppo non interessa solo i tradizionali animali da compagnia come cani e gatti, ma anche i rettili e le tartarughe, che crescendo di dimensioni, diventano difficili da gestire all’interno dell’ambiente domestico, ma certamente questo non è un valido motivo.
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Tartarughe: normativa europea di riferimento
L’Unione Europea vieta l’importazione di Trachemys scripta elegans, e di altre specie di tartarughe d’acqua dolce, con il seguente regolamento e con le successive modifiche, di cui qui di seguito si riporta. In particolare il suddetto regolamento è stato adottato in sostituzione del regolamento precedente n. 3626/82 allo scopo di accrescere la protezione delle specie di fauna e di flora selvatiche sulle quali grava la minaccia del commercio.
L’obiettivo del presente regolamento è proteggere le specie della fauna e della flora selvatiche nonché assicurare la loro conservazione controllandone il commercio. L’introduzione nella Comunità di esemplari esotici è subordinata all’attuazione delle verifiche necessarie e alla previa presentazione, presso l’ufficio doganale frontaliero di introduzione, di una licenza di importazione rilasciata da un organo di gestione dello Stato membro di destinazione.
Insomma il regolamento sopra menzionato è stato una grande rivoluzione, che ha permesso un maggiore controllo, per quanto possibile, sull’ingresso di animali esotici o comunque protetti. Le statistiche dicono che, date le condizioni terribili di trasporto nei container, della stabulazione nei centri di stoccaggi e per il modo in cui vengono tenute da chi le acquista, circa il 90% delle tratarughe importate dall’estero muore entro il primo anno di età.
Il primo centro di ricovero per le tartarughe d’acqua abbandonate
Proprio ieri vi abbiamo parlato della nuova triste tendenza nell’abbandono degli animali, ovvero quella di sbarazzarsi delle tartarughe acquatiche lasciandole nei laghetti o nelle fontane cittadine. Se per i gatti e i cani ci sono diverse strutture che si occupano di curarli e soccorrerli in caso di abbandono, per le tartarughe ne esiste soltanto uno e si trova sul Lago Trasimeno, in Umbria.
La struttura del Centro ittiogenico di Sant’Arcangelo di Magione, proprietà della Provincia di Perugia, ospita circa un centinaio di tartarughe esotiche che sono state abbandonate nei fiumi e nei laghi dell’Umbria.
L’abbandono delle tartarughe d’acqua: ecco un altro triste fenomeno
Poco prima delle vacanze di agosto vi avevamo parlato di due nuovi tristi fenomeni di abbandono degli animali: dopo cani e gatti, ad essere vittime degli abbandoni erano anche i cavalli e gli animali esotici. Ora l’Aidaa, l’Associazione Italiana per la Difesa di Animali e Ambiente, lancia un nuovo allarme: anche le tartarughe d’acqua sono vittime di abbandoni. I numeri sono impressionanti: si parla di 160.000 tartarughe abbandonate negli ultimi quattro anni in laghetti, stagni e, addirittura, fontane delle diverse città.
Ecco cosa ha dichiarato a tal proposito Lorenzo Croce, il presidente dell’Aidaa:
Se da una parte possiamo dirci moderatamente soddisfatti per la diminuzione degli abbandoni di cani e gatti, non possiamo non sottolineare come molto spesso ad essere vittime di questa crudeltà sono gli altri animali; in particolare quest’anno registriamo un forte incremento di abbandoni di tartarughe d’acqua e di animali esotici, mentre cresce in maniera preoccupante la presenza di specie alloctone di pesci di origine tropicale e dei sistemi fluviali dell’est Europa all’interno dei nostri fiumi e torrenti.