Se è vero che al peggio non c’è mai fine, non credete di trovarvi nel Paese dove le tasse sono più elevate e le punizioni per chi non paga più severe, perchè è davvero tutto relativo. Il fisco italiano non è, infatti, al primo posto in quanto a stravaganze e magari inutili crudeltà, perchè gli esempi nel mondo sono tanti. In Svizzera, ad esempio, gli amanti degli animali devono stare molto attenti a pagare quanto dovuto allo Stato prchè il rischio di vedersi portare via il proprio amico a quttro zampe è più che reale. Con “l’imposta che non perdona”, da oltre un secolo, chi possiede un animale domestico deve pagare 50 franchi annuali e non può far finta di nulla, se vuole restare ancora con il proprio pet.
Se il debito continua a crescere poi le cose potrebbero degenerare, perchè mentre il proprietario perde non senza dolore il proprio cane, quest’ultimo viene realmente abbattuto per mano degli ufficiali del fisco. Ovviamentesi tratta di un caso limite, ma può sempre accadere e come si dice “uomo avvisato,mezzo salvato“.
Nell’occhio del ciclone anche le mucche, le quali sarebbero responsabili di allargare il buco dell’ozono. Il dato è in grado di scatenare l’ilarità generale, ma con le loro flatulenze produrrebbero il 18 per cento dell’anidride carbonica mondiale e gli llevatori ne hanno la piena responsabilità. Possedere questi animali, infatti, costa molto all’estero: 18 euro all’anno in Irlanda e 110 in Danimarca. In questo modo, chi lavora in campagna è costretto ad acquistarne di meno o a rivendere i capi di bestiame in eccesso, se non vuole ridursi alla fame. Di questi tempi, poi, con la crisi economica imperante certi “lussi” è difficile permetterseli. In ogni caso, la categoria è sempre più limitata, rispetto a chi possiede un amico a quattro zampe fra le pareti domestiche e vive nell’angoscia di doverlo perdere per questioni economiche. Una legge, che forse, andrebbe rivista.