“Questo lager deve chiudere”! Tali parole campeggiano da ieri sopra il tetto della tristemente nota Green Hell di Montichiari (BS), l’allevamento di cani Beagle destinati alla vivisezione. Un gruppo di attivisti animalisti si è infatti raggruppato nei dintorni dell’azienda e 5 di loro sono riusciti anche a salire sul tetto dell’edificio, dove hanno passato la notte. I manifestanti vengono da ogni parte d’Europa, pacificamente per chiedere la chiusura o la conversione di tale azienda, all’interno della quale sono stazionati circa 2.718 Beagle, poco più che cuccioli, pronti per essere spediti quali cavie in laboratori per sperimentazioni (circa 250 al mese).
L’obiettivo è impedire che siano avviati a morte certa altri animali. La storia però non è nuova, benché ancora non si sia riusciti a risolverla. Le istituzioni, sollecitate da almeno tre anni finora hanno promesso, ma in concreto nulla è stato fatto. Non si capisce come e perché visto che esiste una ben precisa legge sul maltrattamento degli animali! Non a caso l’associazione Aidaa ha presentato un esposto in Procura contro la Green Hill con questa ipotesi di reato. Pensate che in questi luoghi i cani vengono cresciuti e svezzati con l’unico scopo di portarli in alcuni laboratori in giro per l’Europa: non sanno cosa è la vita vera, come è fatta l’aria, il cielo, l’erba o cosa significhi correre in un prato o giocare coi propri simili. I test a cui vengono sottoposti, difficilmente lasciano scampo e comunque provocano sofferenza. La sede di Montichiari fa parte di una multinazionale americana la Marshall Farm Inc. conosciuta proprio come la più grande fabbrica di Beagle da laboratorio al mondo, che vorrebbe espandersi, proprio qui a Montichiari, come sta facendo in Cina.
Per alcuni “particolari” motivi fisiologici i simpatici Beagle sembrano essere una razza perfetta per la vivisezione. Online ci sono numerosi video raccapriccianti al riguardo. Ne ho selezionato uno solo, a lieto fine che descrive la liberazione di 5 cani in Italia lo scorso anno. Fermare queste crudeltà è possibile. Per altre informazioni contattare il gruppo “Salviamo i cani di Green Hill“.