Richiesta di consulto veterinario su stomatite cronica gatto
Gattino giovane, felv negativo fiv negativo, filarosi negativo burn normale creat. normale. Diagnosi mio veterinario: stomatite linfoplasmascellare proliferativo,trattamento con, convenia, e decomedrol, a scadenze programmate. Domanda;ma e’ vero che il mio gattino non guarirà mai, perche non ci sono cure definitive? Sconsigliato anche estrazione dei denti per non limitare nei periodi di benessere la normale masticazione, novita su nuove cure? grazie
Tipo di consulto Veterinario Generale
Tipo di problema stomatite gattino
Risponde il dottor Fabio Maria Aleandri, Medico Veterinario e direttore sanitario del Centro Veterinario Aleandri, con sede in Roma. Per contatti diretti mail [email protected] www.ambvetaleandri.eu
La gengivostomatite cronica felina (feline chronic gingivostomatitis, FCGS) è caratterizzata da lesioni bilaterali eritematose, ulcerative e/o proliferative, soprattutto a carico delle gengive e della mucosa buccale e da aree di infiammazione, focale o diffusa a livello delle fauci , della lingua, della mucosa delle guance del palato. Da un punto di vista istologico si osserva soprattutto un infiltrato linfoplasmocellulare con focolai di infiammazione cronica mista. Le cause sono ad oggi ancora poco chiare. Sono stati chiamati in causa diversi agenti eziologici quali i batteri della placca ed i virus ( calicivirus, herpesvirus, virus della leucemia felina (FELV), virus dell’immunodeficienza felina (FIV), coronavirus), che agirebbero da stimoli antigenici persistenti, in grado di scatenare una reazione di ipersensibilità a livello del cavo orale. Ma non essendo stato individuata una causa certa riteniamo il problema abbia un’origine multifattoriale.
Per quanto riguarda la terapia , non abbiamo ancora nulla che possa considerarsi definitivo e duraturo. Un punto importante è una efficace controllo della placca dentale. Questo si può ottenere mediante detartrasi e lucidatura dei denti seguiti da un accurata igene dentale quotidiana (spazzolino). Dal momento che l’igiene dentale quotidiana nei gatti non è facile si può ricorrere all’estrazione dei denti. Ad oggi l’estrazione dei denti sembra essere la soluzione migliore. Numerosi lavori confermano che l’estrazione parziale o totale si accompagna ad una marcata riduzione della sintomatologia e del fastidio. Tuttavia non in tutti i casi si ottiene uguale successo. L’estrazione va accompagnata da una terapia antibiotica, antinfiammatoria e antidolorifica efficace. Come antibiotici di solito si utilizzano l’amoxicillina + ac. clavulanico , la clindamicina o il metronidazzolo da solo o in associazione con spiramicina. Anche l’utilizzo di cibi ipoallergenici può risultare di aiuto. Infine, può rivelarsi utile l’applicazione locale di gel odontostomatologici a base di adelmidrol. Sconsigliato , almeno nella mia esperienza e in quello che ho trovato in letteratura l’impiego del cortisone. Questo perché il cortisone utilizzato per tempi prolungati ha notevoli e gravi effetti collaterali , favorisce lo sviluppo della placca dentale e , inoltre, si osserva con il procedere della terapia una progressiva perdita di efficacia. Inoltre l’impiego di cortisonici deposito viene considerato un fattore predisponente per lo sviluppo di fibrosarcomi (gravi tumori cutanei). Per questo il cortisone va riservato a casi particolari in cui o non riusciamo ad avere risultato in altro modo o non è possibile altro tipo di trattamento. In alcuni casi l’impiego di interferone per uso topico o mediante iniezioni endogengivali sembra avere un buon effetto, ma i costi risultano essere piuttosto elevati.
Come vede purtroppo è un problema difficile da gestire, io personalmente consiglio l’estrazione dei denti, che non pregiudica l’alimentazione del gatto e permette dei buoni risultati duraturi. La cosa importante è estrarre bene i denti senza lasciare frammenti o porzioni di radice. IL tutto poi accompagnato e seguito nel tempo da terapia antibiotica , antinfiammatori non steroidei e gel locali di adelmidrol
Cordiali saluti
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