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Squalo, turista trovata nella sua pancia in Indonesia

Uno squalo ha attaccato una donna in Indonesia: parti del suo corpo sono stati trovati proprio all’interno della pancia dell’animale. Cerchiamo di capire cosa sia successo grazie alle ricostruzioni delle autorità locali.

Dove è avvenuto l’attacco dello squalo

La vittima della ferocia dello squalo è Collen Monfore, 68 anni, proveniente dal Michigan. La donna si trovava in vacanza su una piccola isola del luogo particolarmente amata da chi ama immergersi. Sono infatti molte le varietà di pesci osservabili e la barriera corallina è intoccata. La popolazione non basa la sua sussistenza sul turismo di massa ma sulla pesca. Un particolare questo che fa dell’arcipelago di Pulau Reong il paradiso che abbiamo descritto.

Dobbiamo però sottolineare che sono diversi i siti di viaggi che presentano queste isole come perfette per il diving, ovvero l’immersione con le bombole. La vittima dello squalo era un sub molto esperta che si era già tuffata in acque tropicali. Qualcosa però il 26 settembre scorso è andato storto e la donna è stata allontanata dal gruppo di immersione da una forte corrente. Ed è qui che deve essere avvenuto l’attacco dello squalo, dato che della sub non è stata trovata più traccia.

Le ricerche sono state interrotte diverse volte per via delle sfavorevoli condizioni atmosferiche. Il 6 ottobre la scoperta: a Timor est, a più di mille chilometri di distanza un pescatore ha trovato i resti della vittima all’interno della pancia di uno squalo. Il riconoscimento della turista americana è stato agevolato anche dalla presenza dei resti della sua muta.

Gli incontri uomo-squalo in Indonesia sono stati 11 finora e quest’ultimo caso ha riacceso un dibattito presente da tempo. Ovvero quello sulla possibilità dell’uomo di essere visto come una potenziale preda. Sebbene, sottolineiamolo, la morte della donna non smentisca il fatto che questi animali non ci vedano come tali.

La colpa è in parte anche dell’uomo

Ogni anno, secondo l’International Shark Attack File, in tutto il mondo in media avvengono tra i 70 e i 100 attacchi di squali, in grado di causare la morte di 5 persone. Negli ultimi anni gli attacchi sono aumentati leggermente. E la ragione starebbe, tra le altre cose, nella colonizzazione degli habitat degli squali da parte del turismo di massa.

Bisogna inoltre sottolineare come quasi tutti gli attacchi siano morsi “esplorativi” dati dall’erronea identificazione dell’essere umano come preda. Generalmente infatti lo squalo, rendendosi conto che si tratta di un uomo, di solito si allontana. Come se riconoscesse il suo errore. Quando avvengono attacchi differenti, il comportamento viene legato alla dieta errata somministrata da parte degli umani a base di sangue e pesce. E di solito i fautori sono guide che agiscono appositamente in questo modo per attirare gli squali.

Bisognerebbe lavorare sul sanzionare questo tipo di azione. La quale potrebbe portare nello squalo a una associazione molto dannosa. Nel caso della donna americana, questa si sarebbe sentita male e sarebbe stata trascinata dalla corrente.  E si pensa che lo squalo la abbia incontrata quando era già morta.

 

 

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