E’ stato da sempre il simbolo del pericolo per chi si avventura in mare e considerato un invincibile predatore per via della sua capacità cruenta di attaccare senza risparmiare nessuno, ma adesso da carnefice sembra essere diventata la vittima. Dello squalo bianco, infatti, restano ancora pochi esemplari se non si interverrà subito con piani di protezione mirati. Sono lontani i tempi del film di Spielberg che fece di questa creatura vivente, il re incontrastato dei mari; secondo uno studio dell’Università di Stanford, infatti, ne sono rimasti in vita meno di 3500.Un numero allarmante, visto che è addirittura inferiore a quello delle tigri, anche loro a rischio di sparire per sempre.
Lo squalo bianco è velocissimo e instancabile, tanto che può percorrere fino a 18 mila chilometri,spostandosi dal Sud al Nord del Pacifico e dal Sud Africa in Australia con andata e ritorno in nove mesi, anche se non sempre queste stime sono del tutto esatte. Resta comunque molto agile ed energico, come ha spiegato anche uno degli autori del nuovissimo studio sulla specie, Ronald O’dor:”Spesso i ricercatori vedevano uno squalo nel sud della California, e un altro qualche mese dopo a migliaia di chilometri di distanza. Ora sappiamo che in realtà era lo stesso esemplare.Questi pesci sono più rari di quanto si pensasse”.
Le poche migliaia rimaste, comunque, sono sempre molto temibili; lo ricordano molti surfisti o amanti del mare che ogni anno vengono feriti o brutalmente uccisi e mutilati. Non si sa con certezza se attacchino gli esseri umani o se li scambino per qualcos’altro,magari una balena, il risultato comunque è quello di almeno dieci aggressioni all’anno, se parliamo solo di squali bianchi; prendendo ad esempio altri tipi di questo pesce gigantesco, le cifre sono destinate a salire. I rischi maggiori per il predatore, quelli che lo stanno portando all’estinzione, sono però costituiti dalle battute di pesca.