“La Tristezza negli Occhi” potrebbe essere questo il titolo dato alla foto che ho scattato ad un cane di Genova che trascorre tutta la sua vita in una gabbia a cielo aperto, una gabbia voluta da chi lo dovrebbe amare: il giardino di casa.
Non conosco il suo nome, non posso nemmeno comprendere la tristezza che esprime quel muso perché nessuno di noi bipedi potrebbe vivere in uno spazio così limitato amando il prossimo. Eppure l’Husky dagli occhi eterocromi – uno azzurro come il mare e l’altro color ambra – scondinzola a tutti, in quel territorio che forse odia talmente tanto da non voler difendere più.
Non abito nella via dove vive e non passo la giornata con questo cagnolone, ma, a detta anche di un amico che abita nello stabile, lui è sempre lì. Nei gelidi giorni in cui scendono i fiocchi bianchi, quando il sole picchia costantemente nelle nostre teste, e probabilmente anche durante le forti piogge che hanno portato Genova alle cronache con l’alluvione, il quattro zampe era in quel giardino.
Da questa storia dovremmo trarne tutti un insegnamento: cane e giardino non devono essere sinonimo di cane abbandonato in ambiente casalingo. Prima di adottare un cane bisogna sempre porsi delle semplici domande, la più importante secondo me è “avrò tempo da dedicare al mio cane?”. Sinceramente non conosco il tempo che i padroni dedicano al nostro amico Husky però troppi proprietari adottano il cane per abbandonarlo in giardino.
Ora che arriva il Natale fate attenzione a regalare cani o altri animali domestici, ricordate che stiamo parlando di esseri viventi che sanno dare emozioni stupende ma comportano delle responsabilità. Avere uno spazio esterno che può essere anche un terrazzo non significa sostituire la casa, il cane vuole stare insieme al suo conduttore, vuole passare del tempo insieme a voi, partecipare alla vita di famiglia. Il cane non è un nano da giardino.
Foto: Stefano Petrone
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