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Design Against Fur, contro le sofferenze sugli animali da pelliccia

Questa domenica scadrà il concorso internazionale Design Against Fur, giunto alla sua nona edizione: si tratta di una competizione per la realizzazione di manifesti contro le sofferenze inflitte agli animali, suddivisa nelle quattro aree geografiche Europa, Cina, Russia e Irlanda. Collegandosi al sitosarete voi lettori a scegliere la creazione migliore e consentire a uno studente di vincere il premio finale di cinquecento dollari. Il tema del concorso riguarda gli allevamenti di animali da pelliccia: si tratta di industrie dove vengono allevati milioni di esemplari utilizzati poi per realizzare pellicce, guarnizioni di abiti e accessori come colli, guanti e calzature.

Un dato sul quale riflettere, spesso del quale non si è a conoscenza è che circa l’85% della produzione mondiale di pellicce deriva da animali cresciuti in allevamenti intensivi, appositamente creati e dislocati soprattutto in Europa: il nostro continente infatti detiene circa il 60% della produzione mondiale di pelli. Al secondo posto fa capolino la Cina con il 25% della produzione mondiale, seguita da Stati Uniti con poco più del 5%, Canada (4%), Russia (3%) e altri Paesi.

Si tratta di un tristissimo business che riguarda oltre settanta milioni di animali ogni anno, animali che nascono in cattività, vengono cresciuti e barbaramente uccisi senza mai poter vedere la luce, sentire l’aria o gustare un filo d’erba in tranquillità. Simone Pavesi della Lav campagna anti pelliccie afferma:

Anche quest’anno, molti studenti di ogni parte del mondo hanno espresso la propria contrarietà verso questo genere di produzione e con la loro creatività i giovani hanno saputo evidenziare le criticità insite nel business. Risulta che ben l’83% degli italiani sono contrari agli allevamenti da pelliccia.

I dati saranno anche confortanti ma temo che le opinioni espresse dai nostri connazionali non siano conformi alle loro azioni: pellicce, manicotti, bordi e colli, oltre a guanti e borse sono un mercato fiorente in Italia che temo non cesserà così facilmente. Per votare potete collegarvi al sito specifico.

 

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