Il rapporto tra cane e uomo risale a tempi molto lontani, le prime tracce pittoriche risalgono a 12.000 anni fa. Si pensa fosse considerato un guardiano di casa, nei tempi si è divulgato il verbo “addomesticare” di derivazione latina, “domesticus”, riportando alla luce il significato di “appartenente alla casa“, qualcosa di superiore a quello che viene inteso da molti cioè la sottomissione.
I canidi si sono adattati a molti habitat, il forte rapporto con gli spiriti deriva da popoli antiche, civiltà quali egizi, greci cinesi, popoli del sudamerica come gli aztechi, esteuropei come gli slavi e germanici e nel medioevo gli europei e i celti.
Per questi popoli il cane era un guardiano dell’aldilà, capace di difendere l’uomo da spiriti e da pericoli a noi invisibili. Gli svedesi quando portarono gli spitz in Pomerania usavano mettere le ceneri dei cani defunti nelle dimore in modo da tenere lontani gli spiriti, il cane in vita era considerato come elemento di protezione per il nucleo famigliare.
Il cane era ed è facilmente educabile, questa caratteristica era vista positivamente dai popoli antichi che lo consideravano un portatore di prosperità.
Nei tempi moderni il cane ha assunto una connotazione di amicizia e fedeltà, assumendo una posizione importante nella società, altrettanto importante è stato per gli egizi un certo Anubis.
Anubis è il canidae che vedete in foto ad inizio articolo, probabilmente uno sciacallo, animale che si nutre delle carcasse, ed è la rappresentazione del guardiano dei morti che viene da Cinopoli la “città dei cani”.
Il quadrupede sulla destra è il meno noto Upuaut nella mitologia egizia è “colui che apre la via” è il dio con la testa del lupo che regna sulla morte e sulla guerra.
Anche per le altre civiltà il cane era considerato come “Psicopompo” per i Germani c’era Garm un terribile cane che sorvegliava il Niflheim regno ghiacciato delle tenebre.
Per i messicani era una sorta di Caronte, allevavano un cane color sole, Xoltl, che seppellivano insieme al padrone o incenerivano sopra la tomba del “proprietario”.
In Guatemala veniva dipinto ai bordi delle tombe un cane fatto con le foglie di palma, in Persia e in Battriana terminavano la vita dei vecchi e dei malati.
Gli Irochesi credevano che il cane fosse un messaggero, ogni capodanno veniva sacrificato un cane bianco, i Bambara credevano fosse simbolo di virilità come i turchi e i mongoli.
Per gli Arabi molte razze di cane sono animali impuri, a differenza di quello che si pensa impuro non significa “da uccidere” ma “da ignorare”, i nomadi invece lo ritenevano dono di Allah.
In Giappone sono simbolo di nuove nascite, in Cina tornano simbolo di morte per gli immortali.
Per gli ebrei sono un simbolo di amicizia e saggezza, in Israele c’è l’usanza di dare ai bambini nomi di cani per ereditare le qualità dell’animale.