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Segnali positivi: l’aquila reale ritorna sull’Appennino

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L’inquinamento e gli spazi verdi che diminuiscono sono fra i motivi principali che allontanano gli animali dalle aree dove un tempo regnavano incontrastati. Eppure tra una scomparsa ed una migrazione, ecco che a volte qualche segnale positivo arriva, con il ritorno di alcune specie. Ultimamente, ad esempio, le aquile reali si sono rifatte vedere sull’Appennino tosco-emiliano. A favorire questa tendenza positiva, ovviamente, anche l’aiuto indispensabile da parte dell’omonimo Parco Nazionale e delle associazioni impegnate nella difesa delle specie viventi, in prima linea la Lipu. Di quest’ultimo gruppo fanno parte anche Mario Pedrelli e Michele Mendi, già famosi per essere riusciti, qualche tempo fa, in una impresa complicata quanto meravigliosa. Entrambi, infatti, furono in grado di fare adottare agli abitanti dei comuni di Riana e Casarola, una coppia di aquile e sensibilizzarli riguardo alle tematiche animaliste.

Proprio l’aquila a volte viene considerato un rapace pericoloso e selvatico, tuttavia può con la sua presenza tenere in piedi fragili equilibri naturali e, quindi, è un esemplare praticamente indispensabile. Gli studi della Lipu, dimostrano inoltre che almeno 64 specie di uccelli sarebbero tornate per la riproduzione nella zona milanese dei navigli e in Lombardia gli abitanti avrebbero notato la presenza delle cicogne, tanto ammirate anche dai turisti.

La caccia selvaggia è stata, ad esempio, una delle cause che aveva temporaneamente fatto sparire le cicogne, ma il loro ritorno indica che la situazione è migliorata. Discorso diverso quello dei pappagalli che, liberati in massa, stanno riempiendo l’Italia, così come le specie ibride di cinghiali diverse dall’originale razza, che ormai si trova in una consistente colonia, quasi esclusivamente nel Lazio, nella tenuta di Castel Porziano. Una vicenda simile riguarda, ancora, l’orso della Alpi, ennesimo “finto ritorno”, in quanto pur conservando in parte le caratteristiche di quello vero, è differente per dimensioni. Del gruppo fa parte pure  il famoso Orso Dino che sta facendo preoccupare gli abitanti del veneto e che rischia di essere ucciso, se non verrà catturato a breve.

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