Oltre 40 cani randagi avvelenati nella zona di Sciacca, nell’Agrigentino: i volontari delle Sezioni Enpa di Catania e Adrano (Catania), in collaborazione con la Sezione di Agrigento, sono intervenuti sul posto e hanno rinvenuto nei capannoni dismessi, rifiuti, Eternit e anche altri bocconi avvelenate.
Al momento mancano all’appello altri 20 cani secondo le informazioni raccolte da Enpa che sarebbero soliti frequentare la zona.
Solo alcuni di questi cani sono stati intravisti, ma non è stato possibile metterli in sicurezza, ma intanto l’area è stata posta sotto sequestro dai carabinieri e dalla Polizia municipale anche se Enpa denuncia che non si conosce anche nulla sulla domenica e sui tempi degli interventi di recupero dei randagi sopravvissuti.
Purtroppo non ci è stata data alcuna informazione al riguardo. L’amministrazione comunale è assente e, a parte quache frase di circostanza, continua a fare poco o nulla per tutelare l’incolumità dei suoi cittadini a quattro zampe, contravvenendo così agli obblighi imposti dalla legge.
Spiega Cataldo Paradiso, presidente dell’Enpa di Catania. La legge prevede che il sindaco è responsabile per i randagi e per altri animali vaganti sul suo territorio, della loro incolumità e in caso di ritrovamento di esche avvelenate, come questo, deve attivare immediatamente la procedura prevista dalla normativa che consiste nella bonifica dell’area interessata. Sembra però che a Sciacca non venga rispettata la normativa vigente.
Chiediamo alle autorità e alle istituzioni di intervenire con la massima urgenza, ciascuna per le proprie competenze. Se a fronte di tali inadempiene, nelle prossime ore altri cani dovessero perdere la vita per i bocconi avvelenati riterremo il sindaco personalmente responsabile di queste morti.
Conclude in una nota Enpa, Carla Rocchi, presidente nazionale di Enpa ce rivendica il diritto/dovere “di pretendere che gli amministratori pubblici rispettino la legge e tengano fede ai propri impegni“.
BOCCONI KILLER, COSA FARE I NCASO DI AVVELENAMENTO DEL CANE
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