Lo sciacallo dorato è salito alle cronache in questi giorni per essere stato recentemente avvistato in diverse parti d’Italia. Cerchiamo di scoprire qualcosa di più di questo mammifero.
La particolarità dello sciacallo dorato
Il suo nome scientifico è canis aureus ed è un parente decisamente stretto dei nostri cani domestici. Osservandolo si ha davanti una palese mescolanza tra volpe, lupo e cane. Ma com’è possibile? Lo sciacallo dorato è diffuso principalmente in Asia e in Europa ed è presente in Italia da circa 40 anni.
Sono tre in tutto le specie di questo animale presenti nella fauna mondiale: lo sciacallo dalla gualdrappa, lo sciacallo striato e per l’appunto lo sciacallo dorato. Nelle prime due sono molto diffuse in Africa ma allo stesso tempo, per quanto riconosciuti come parte della stessa specie, sono di genere diverso dallo sciacallo dorato.
Abbiamo rapportato questo animale ai nostri cani. Esiste una motivazione ben precisa: Per similarità genetica è in grado di accoppiarsi con cani e lupi e dar vita a una prole fertile. L’esempio più evidente di ciò è riscontrabile in Russia, dove accoppiando lo sciacallo dorato con il siberian husky si è ottenuta una razza canina chiamata Sulimov.
Prendendo in considerazione l’aspetto, questo animale presenta delle caratteristiche che lo pongono esteticamente a metà tra la volpe e il lupo. Il suo peso varia tra i 10 e i 15 kg e la sua coda, pur ricordando quella della volpe, è nera e più corta.
Il dorato del suo nome è legato al colore del mantello che d’inverno e rossastro con striature grigie e d’estate è di un marrone dorato una volta finita la muta. Piccola curiosità: la sottospecie italiana di sciacallo dorato è quella più grande di tutte.
Comportamento decisamente affascinante
Ciò che appare essere più affascinante di questo animale è il suo comportamento. Nel 1800 venne definito come il cane più importuno e ardito dal biologo tedesco Alfred Brehm. Il quale riuscì con questa definizione a descrivere perfettamente questo tipo di animale e gli sciacalli in generale. Non dobbiamo infatti dimenticare che tra i canidi questo è senza dubbio quello che si adatta meglio ai luoghi che occupa.
Quando si tratta di approvvigionamento si adatta sia al territorio che alla stagione nella quale deve cacciare. Ragione per la quale è possibile vederlo, a seconda dello stanziamento, cibarsi di piccoli mammiferi come conigli e lepri, ma anche attaccare senza problemi rettili, pecore, galline, caprioli e cervi. Senza disdegnare allo stesso tempo mais, uva e mele. O se necessario le carcasse di animali uccisi da altri predatori.
Allo stesso modo si comportano per quel che riguarda le loro tane. Non di rado infatti si appropriano di nascondigli lasciati liberi da tassi e da volpi.