Nuove misure contro il maltrattamento degli animali e contro l’accattonaggio sono state disposte dal Sindaco di Alassio, in provincia di Savona: è stata infatti emessa un’ordinanza che prevede in caso di accattonaggio, il sequestro dell’animale, dei proventi e degli strumenti utilizzati per la raccolta di beni ed offerte.
Nel Comune di Alassio pare che ci sia stata una vera e propria impennata dell’utilizzo degli animali allo scopo di raccogliere elemosine: il tutto ovviamente al fine di impietosire le persone con amico a quattro zampe molto spesso cuccioli, denutriti, maltrattati. Pare che l’ultima tendenza sia anche quella di utilizzare dei cani femmina in avanzato stato di gravidanza per suscitare maggior compassione.
L’ordinanza prevede espressamente proprio il divieto di esibire cani o gatti nella pratica dell’accattonaggio, di trattare gli stessi con incuria, tenerli in precarie condizioni di salute ed esporli per suscitare la pietà nelle persone: sempre per garantire il rispetto dei quadrupedi, sul territorio comunale saranno vietati anche spettacoli ed intrattenimenti pubblici che siano contrari alla dignità dell’animale, compresa la semplice esposizione pubblica volta a trarne lucro. Ma non finisce qui.
Nell’ordinanza vengono anche indicate le modalità con cui devono essere tenuti gli animali da compagnia sul territorio comunale: ad esempio sempre sul territorio comunale è vietato l’addestramento, è vietato tenere i gatti legati, è vietato tenere in isolamento animali socievoli, è vietata la vendita di pulcini. Un bel giro di vite contro alcune pratiche lesive della dignità e dell’integrità dei nostri piccoli amici.
L’accattonaggio con cani o gatti o altri animali è espressamente vietato, tra gli altri, dal regolamento comunale di Monza, Campobasso, Pescara e Firenze, ma anche Roma e Milano impediscono questa pratica pur non avendo ancora un odinamento completo: le norme obbligano le forze dell’ordine a intervenire sequestrando gli animali maltrattati e consegnandoli al canile sanitario competente sul territorio.
Fonte: Il secolo XIX
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