Fa infuriare la PETA, Sarah Palin, ex candidata repubblicana alla vicepresidenza Usa, uccidendo un caribù, animale della famiglia dei Cervidi, in diretta tv, nell’ambito di un reality show che la vede protagonista, Sarah Palin’s Alaska. Dan Mathews, vice presidente dell’associazione che raccoglie gli animalisti più convinti, People for the Ethical Treatment of Animals, in una nota esprime tutta la sua indignazione contro un gesto cruento, volto solo ad alzare lo share:
Sarah forse pensa che un po’ di violenza e sangue, oltre ai peggiori istinti, possano spingere le persone a guardare il suo noioso show. I suoi ascolti comunque restano morti come i poveri animali a cui spara.
La Palin, dal canto suo, si dichiara ferma sostenitrice della caccia o meglio sostiene di aver ingaggiato una battaglia contro quella che definisce l’ipocrisia degli animalisti:
Cacciare è una cosa che la maggior parte degli abitanti dell’Alaska fa per riempire i freezer di carne in vista dell’inverno. Fareste meglio a risparmiarvi certe condanne. L’episodio di stasera è controverso? Davvero? A meno che non abbiate mai indossato scarpe di cuoio o mangiato un pezzo di carne in vita vostra, risparmiatevi le critiche sulla puntata. Sono orgogliosamente intollerante rispetto all’ipocrisia contro la caccia.
Il filmato è montato ad arte perché dopo i primi cinque colpi a vuoto che avrebbero fatto scappare qualsiasi preda, arriva il colpo di grazia e l’animale si accascia al suolo, nel compiacimento generale della Palin, che riesce nell’eroica impresa grazie ai consigli del padre Chuck e al sostegno dell’amico Steve Becker. La Palin, fiera di sè per aver ucciso un caribù indifeso in diretta tv, dà anche il cinque al padre e dichiara la sua profonda soddisfazione nel veder finalmente morto il suo obiettivo.
Il filmato diffuso in rete in tutto il mondo, ha acceso le polemiche, tra quanti a favore della caccia, lo hanno trovato divertente ed educativo, a chi lo condanna fortemente come inutile sfoggio di violenza e crudeltà nei confronti degli animali, sfruttata ad arte per fare ascolti. E poi c’è chi, pur ammettendo che ci sia dell’ipocrisia nel condannare la caccia ed indossare capi in pelle d’animale, lo trova comunque di cattivo gusto, perché va bene combattere l’ipocrisia, ma farlo uccidendo e non provare pietà per aver ucciso va oltre ogni limite di umana decenza.
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