“Ho conosciuto Rollio, il gatto della foto, alla fine di marzo quando è venuto nel rifugio dove facevo la volontaria. Era molto depresso. Dopo un paio di settimane ho deciso che aveva bisogno di essere accarezzato. Ho preso un giocattolo e con una stringa di tessuto l’ho legato ad un bastone, con cui da lontano ho cominciato a stuzzicarlo. Ha iniziato a rotolarsi e a fare le fusa. Dopo un paio di giorni finalmente mi ha permesso di accarezzarlo con le mie mani.
A metà maggio il mio semestre di impegno era finito e dovevo andare via. Ho cercato di convincere mia mamma a farmelo adottare, ma lei mi aveva sempre detto più e più volte che non le piacevano i gatti. Nel corso mesi successivi ho continuato a pensare a Rollio. Ho verificato on-line se qualcuno lo aveva adottato, ma lui era ancora lì. Anche alla fine di settembre era ancora lì. Ho contattato il rifugio chiedendo se fosse stato possibile adottarlo per i miei nonni, ma mi hanno detto che poiché il gatto aveva continuato a soffiare e a stare tutto il giorno voltato verso il muro avevano pensato per lui all’eutanasia. Ho cominciato a piangere. Mia madre ha ceduto ed anche papà. Mamma era preoccupata che se non fosse cambiato avremmo poi dovuto farlo sopprimere noi stessi.
Ma a lui non ci volle molto per adattarsi. Sapeva di essere a casa. Egli ci ama da impazzire. E con noi da quasi 5 anni ed è cresciuto tantissimo, ed è ossessionato dall’ affetto per mamma e papà. Lei è riuscita anche ad amarlo, e con lui tutti i gli altri gatti che poi sono arrivati.
Amanda
Marlton, NJ
Per The Animal rescue Site.com
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