Non solo cinghiali, ratti quanti se ne vuole, volpi, faine, conigli selvatici, scoiattoli, gabbiani. Le nostre città sono sempre più popolate dai ricci, che però, chiusi in se stessi come sono per natura, conducono una vita molto discreta, anzi proprio segreta che però con qualche trucco è stata svelata dai ricercatori. Un recente studio condotto dall’università di Amburgo infatti dice che sempre più in ogni parte d’Europa, dalla campagna gli ‘erinaceini’ si trasferiscono in forma permanente nelle metropoli… ma senza darlo a vedere.
Le nostre chiassose e inquinate metropoli sono sempre più popolate di fauna selvatica: non solo cinghiali, anche ricci in arrivo dalle campagne. Ma perché lo fanno, chi glielo fa fare? Non si sta meglio fuori città? Probabilmente perché facilitati dall’abbondanza di cibo disponibile tutto l’inverno, rifiuti che noi umani lasciamo, avanzi di cibo per gatti e cani in giardini privati.
Scoprire il perché di questa migrazione di massa, secondo i ricercatori potrebbe aiutare a proteggerli in futuro. Intanto però la cosa non stupisce affatto gli studiosi perché questi ispidi animaletti da ben 15 milioni di anni grazie al loro istinto di sopravvivenza si adattano a ogni genere di cambiamento ambientale e neanche il caos e il traffico delle città riesce a intimorirli.
Ma come lo sanno i ricercatori? Ebbene sì: hanno seguito passo passo degli esemplari, anzi di più hanno equipaggiato alcuni di loro con trasmittenti dotate di sensori di temperatura che hanno permesso di monitorare l’ibernazione, isiti usati come rifugio invernale, così come attività e territorio coperto durante gli spostamenti in estate.
E così è emersa la loro vita segreta: di notte i ricci di città si muovono molto meno rispetto a quelli di campagna, coprendo solo 5 ettari invece che 50 e adattando le loro attività al lla presenza umana.
Sanno come rimediare al disturbo antropico: di giorno vivono nascosti; col buio trattandosi di animali notturni, scorrazzano in parchi e giardini alla ricerca di cibo e potenziali partner.
Per il resto hanno comportamenti di ibernazione simili alle popolazioni rurali o in cattività: il traffico e il rumore delle città non li svegliano dal letargo invernale in cui cadono per risparmiare energie Per questo i ricercatori lanciano un appello, perché le città abbiano verde pubblico, cespugli, aree protette e incolte per ospitarli. A meno che, come a Tokyo non si voglia ospitarli in un caffè tutto per loro: attenzione alla caffeina però che rende nervosi!
Fonte sciencedaily.com
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