È un servizio che a distanza di qualche giorno dalla messa in onda sta ancora facendo discutere: L’Etichetta è il reportage realizzato da Emanuele Bellano (in collaborazione con la Lav) andato in onda lunedì sera nel corso della nuova stagione di Report, in prima serata su Rai 3 (in replica sabato mattina e sempre disponibile su RaiPlay).
Un servizio che mostra la raccapricciante realtà a cui vengono sottoposti gli animali da pelliccia degli allevamenti, soprattutto volpi e visoni, i più richiesti sul mercato.
I marchi di lusso Max Mara, Moncler, Woolrich, Loro Piana continuano a usare le pellicce per i loro capi affidandosi alle pellicce Sagafurs, il più importante certificatore del settore che ha sede in Finlandia e che ha sempre garantito l’allevamento “etico”.
Pettine etiche assicurate e filiera controllata, come assicurano i commessi delle boutique italiane dei marchi, ma la verità è che le cose stanno in altro modo.
Secondo i dati forniti dall’ente certificatore finlandese, sono certificati il 99% degli allevamenti di volpi e il 93% di allevamenti di visoni. Ma evidentemente, come fa notare il conduttore di Repot, Sigfirod Ranucci, “L’abito che va più di moda è quello tessuto con il filo della rassicurazione delle coscienze”.
Le immagini lo testimoniano: gli allevatori non consentono alle telecamere di filmare quello che accade dentro, ma i giornalisti riescono ad avvicinarsi alle gabbie di nascosto.
Gli animali sono costretti a vivere in gabbie piccolissime dove riescono a muoversi a malapena. Sono molto grassi (il triplo di quanto non siano in natura, come le volti artiche che pesano anche 12 chili rispetto ai 4 chili che dovrebbe naturalmente pesare) per avere una pelliccia più grade. Fino alla morte, etica, con un elettrodo in bocca e uno nell’ano. Per non rovinare le loro preziose pellicce. Immagini raccapriccianti che dovrebbero scuotere le coscienze: fortunatamente alcuni dei grandi marchi hanno già dismesso l’uso delle pellicce nelle nuove collezioni, da Gucci a Versace, Armani che hanno seguito gli esempio di Michael Kors, Burberry, Furla, Stella McCartney.
Forse è ora che anche tutti gli altri smettano di alimentare un mercato troppo crudele.