Dopo le regole che dovrebbe rispettare un buon padrone di cane che abita in condominio, arriva anche il decalogo delle buone maniere del gatto; del resto, non è una novità: è risaputo che la maggior parte delle liti tra condomini avvengono proprio a causa degli animali domestici.
Ciò non dovrebbe meravigliare nessuno, soprattutto considerati i numeri, dato che si parla di 300mila colonie feline situate nei condomini; inoltre l’Aidaa, l’Associazione italiana difesa animali e ambienti, ha reso noto che agli sportelli dell’associazione sono arrivate oltre 5.000 richieste di consulenza legale; ecco perché l’Aidaa ha deciso di stilare un elenco di regole atte a salvaguardare la tranquillità del gatto e quella degli umani.
Innanzi tutto, grazie alle legge 281 del 1991, i gatti che vivono negli spazi condominiali hanno il diritto di territorialità, al libero transito, quello al ricovero e all’alimentazione, e non possono essere spostati se non per motivi sanitari. È assolutamente vietato, e in questo caso non servirebbe una legge ma basterebbe il buon senso, maltrattare, spaventare, ferire o uccidere i gatti in nessun modo, e se ciò accade, è perseguibile penalmente anche con la reclusione fino a 2 anni.
I gatti che appartengono alle colonie feline riconosciute hanno diritto alla sterilizzazione o alla castrazione, ovviamente gratuita, offerta dai veterinari convenzionati o dalla Asl Veterinaria; i gatti delle colonie feline hanno anche il diritto di caccia nelle cantine condominiali.
Per colonie feline condominiali riconosciute si intendono quelle composte da un numero variabile di gatti, ne basta anche solo uno, censite presso la Asl Veterinaria e il Comune di residenza, e possono essere situate sia all’interno dei condomini formati da palazzi, che all’interno dei cortili con gli appartamenti. I gatti devono avere a disposizione ciotole contenenti l’acqua che andrà cambiata ogni giorno, all’interno di uno spazio comune definito e lontano il più possibile dalle case e dai parcheggi.
Buongiorno a tutti, mi chiamo a Sabrina.
Prima di scrivere del mio problema voglio precisare che sono un’assoluta amante degli animali, non solo cani e gati ma di tutto ciò che rientra nel mondo animale e ho un grande rispetto per loro. Ma ho anche un grande rispetto per l’uomo, l’ambiente e le regole. Detto questo ecco la mia realtà condominiale. Siamo un complesso di 20 unità, al piano terra ci sono le case con giardino e al piano superiore gli appartamenti. Un nostro condomino tiene in giardino 3 cani e una colonia di gatti (credo circa 5/6). I cani sono ben gestiti ma i gatti si muovono liberamente nel corsello dei garage, nei giardini e, a volte, nell’atrio del condominio. Il problema è soprattutto legato all’igiene, in particolare nel corsello e nei giardini dove fanno la pipì ovunque, lasciando sporco ed odore. Chiaramente il proprietario (avvocato) ha risposto alle lamentele “minacciando” di fare causa se dovesse succedere qualche cosa hai suoi animali e dicendo che, avendo noi scelto di vivere in campagna, non possiamo lamentarci della presenza di animali, altrimenti possiamo tornarcene a vivere in città. Ora, al di là di facili polemiche (non ammazzo neanche le zanzare, figuriamoci se tocco un gatto), vorrei capire se non esiste proprio un qualche modo che costringa questa persona a far si che i suoi gatti non ledano il nostro diritto a vivere in condizioni igieniche decenti. Io non sono assolutamente arrabbiata con gli animali ma con il loro padrone. Da amante degli animali sono convinta che sia un dovere dei proprietari far sì che i loro animali non vengano messi nella condizione di essere odiati ma rispettati ed amati dalle altre persone e questo può avvenire solo se il comportamento degli animali risponde nel limite alle buone regole di una civile convivenza. Questo per me è il gesto di amore più grande che si possa dar loro, ossia far si che anche gli altri li amino e li rispettino!
Purtroppo esistono persone a cui non piacciono gli animali e credo che debbano essere rispettate come chiunque altro (chiaramente se non fanno loro del male), per cui bisogna pensare che al mondo non siamo soli e se un nostro comportamento (o nello specifico il comportament dell’animale di cui siamo responsabili) lede i diritti altrui credo sia giusto prendere provvedimento.
Spero possiate darmi un consiglio a riguardo.
Grazie 1000
ciao sabrina, grazie di averci visitato! Dunque vivendo in un condominio, l’unico strumento che avete a disposizione è l’assemblea condominiale: chiedete di indire una riunione al fine di regolamentare la presenza degli animali. in particolar modo i gatti, che devono restare in uno spazio loro dedicato e non invadere le zone comuni. Se gli animali costituiscono un pericolo per l’igiene e la salute degli abitanti dello stabile, è consigliabile denunciare il fatto all’autorità sanitaria territorialmente competente, o al servizio veterinario comunale. In ogni caso le spese sostenute per la bonifica delle aree comuni devono essere ripartite tra tutti i condomini. Le questioni condominiali sono delicate e trovare una soluzione senza litigi capisco che è difficile, ma occorre la buona volontà di tutti, anche del padrone-avvocato! in bocca al lupo!