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Reclusione per chi commercia pellicce di cani e gatti

pelliccia cani e gatti

Pene severe per chi importerà pellicce di cani e gatti dall’estero da utilizzare per il confezionamento di capi d’abbigliamento: il Consiglio dei Ministri ha approvato, infatti, un decreto legislativo che impone nuove sanzioni per chi fa commercio di pellicce di animali domestici. Chiunque si occuperà di questa attività sarà

punito con l’arresto da tre mesi ad un anno o con l’ammenda da 5.000 a 100.000 euro; oltre alla confisca e distruzione del materiale a proprie spese.

Secondo un dossier del 2001 della Lav, la Lega Anti-Vivisezione, molti cani e gatti venivano uccisi per confezionare gli inserti in pelliccia di scarpe, cappotti e giacche; questi animali, allevati in Asia in condizioni spaventose, venivano poi sacrificati sull’altare della moda, ovviamente nei circuiti semi-clandestini.

Grazie al continuo interessamento della Lav, questo mercato è stato bloccato in Italia già nel 2004, provvedimento preso in seguito anche dagli altri paesi dell’Unione Europea.

Simone Pavesi responsabile Lav del settore pellicce ha dichiarato:

Al fine di assicurare l’effettiva applicazione del Regolamento 1523/07 occorre individuare un idoneo sistema di identificazione della specie di provenienza, in modo da consentire controlli efficaci sulle merci in entrata e in uscita dall’Italia. Chiediamo quindi al Ministero della Salute di convalidare i necessari metodi di analisi, così come richiesto nello stesso Regolamento, e di attuare uno specifico piano straordinario di controlli al fine di stroncare una volta per tutte questo vergognoso mercato clandestino.

 

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