Un fatto di agghiacciante crudeltà; un’esecuzione in piena regola. Un cacciatore ha incaricato un amico di battute di uccidere i suoi quattro setter. La ragione? Non servivano più. E’ accaduto nelle campagne di Moncalieri, in provincia di Torino. Ora i due cacciatori sono stati denunciati per il reato di uccisione di animali, in base all’articolo del codice penale che punisce chi per crudeltà o senza necessità cagioni la morte di un animale.
L’ennesimo caso di crudeltà e solo a ‘fini venatori’, o meglio in assenza di ragione ecetto l’esercizio della crudeltà fine a se stessa. Altra ‘spiegazione’ non c’è.
Incredulo testimone dell’uccisione a sangue freddo di quattro cani da caccia di circa due anni uccisi senza ragione, compiuta con indicibile spietatezza nelle campagne di Moncalieri, è stato un podista. L’uomo ha avvisato la polizia locale che ha constatato che si è trattato di un’esecuzione in piena regola; un colpo secco alla testa per ciascuna indifesa bestiola.
Dall’inchiesta è emerso che il proprietario dei cani aveva incaricato l’amico di uccidere i cani compagni di caccia perché “non sapeva più che farsene”, come ha anche spiegato alla polizia municipale.
Ora i due cacciatori sono stati denunciati per aver cagionato la morte dei 4 setter per pura crudeltà: reato penale punito dalla legge. Insorge la Lega nazionale per la difesa del cane che si costituirà parte civile contro i responsabili della barbara uccisione.
A parte i 12 fucili sequestrati nei loro alloggi dalla polizia – commenta Piera Rosati, presidente della Lega Nazionale per la Difesa del Cane – lascia agghiacciati la freddezza e l’indifferenza con cui questi individui, che sovente si definiscono ‘amanti degli animali’, scorazzano indisturbati in un paese civile, lasciando persino i corpi delle loro quattro vittime nel prato, come rifiuti da sacrificare alla dea caccia. Purtroppo gli episodi di incrudelimento e di imbarbarimento troppo spesso sono riconducibili al mondo della caccia. Ultimo fatto di cronaca, la condanna dell’ex cacciatore che ha fatto morire di stenti, malattia e fame il proprio cane, perché non gli serviva più. Un caso di una gravità inconcepibile che LNDC ha denunciato e seguito senza tregua.
Fonte legadelcane.org
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