La primavera si sa è anche il periodo delle zecche. Si tratta di parassiti (anzi per essere precisi ectoparassiti, ovvero che vivono al di fuori dell’organismo ospite) che per riprodursi necessitano di sangue (le femmine). Il cane è l’ospite migliore su cui attaccarsi, ma non disdegnano neppure i gatti o l’essere umano. Basta camminare in un prato con l’erba leggermente alta per rischiare che si attacchino al pelo dell’animale o al pantalone.
Le zecche in Italia
Alcune specie sono talmente minuscole da non essere neppure visibili a colpo d’occhio: possono essere di pochi millimetri ed arrivare addirittura ad un centimetro, specie se gonfie di sangue. Fino a qualche anno fa solo in ambienti rurali, in campagna, era possibile trovare le zecche, ora effettivamente anche in alcuni ambienti cittadini (ovviamente sempre verdeggianti) basta un cespuglio di erbette che fuoriesce dall’asfalto per trovarci delle larve pronte a saltare sul cane o sul gatto. In Italia abbiamo essenzialmente due tipologie di zecche, una prima specie definita come “zecche dure” è la Ixodidae che si distingue per la sua corazza sul dorso. Le altre, che non l’hanno, sono le Argasidae definite quindi zecche molli. Sempre ed in qualunque caso sono portatrici di malattie pericolose, non solo per i nostri amici a quattro zampe, ma anche per noi umani.
Quali malattie provocano le zecche?
Le zecche sono vettori di numerose patologie anche pericolose. Di per se stesso il morso della zecca non provoca rischi infatti, se queste non sono infette, ovvero portatrici di virus, batteri o protozoi. Nel nostro Paese essenzialmente possono trasmettere la rickettsiosi, la borelliosi di Lyme, la cosiddetta febbre ricorrente da zecche, la tularemia, la ehrlichiosi e la meningoencefalite da zecche. In genere tali infezioni se trattate precocemente non sono pericolose per l’essere umano se non per bambini ed anziani. E’ buona norma attivare quindi una seria prevenzione, usando con regolarità antiparassitari specifici e facendo un bel controllo quotidiano sugli amici pelosi dopo la loro passeggiata.
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Foto: Thinkstock
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