Il migliore amico dell’uomo, il cane, entra anche nei reparti pediatrici dell’Ospedale Bambino Gesù, come supporto terapeutico, grazie ad un nuovo progetto di Pet-Coaching. L’iniziativa che rientra nel concetto di pet therapy e di cui vi avevamo già parlato, si chiama “Qua la zampa” ed è destinata ai bambini della Neuroriabilitazione della sede di Palidoro che stanno cercando di recuperare (o assimilare) la capacità di movimento che una malattia o un evento traumatico ha tolto loro. Tale progetto è realizzato grazie alla collaborazione con l’A.N.U.C.S.S. onlus (Associazione Nazionale Utilizzo del Cane per Scopi Sociali).
I protagonisti a quattro zampe di questa nuova avventura presentata stamane, sono cani di razze diverse: un labrador, un golden retriever ed un cocker che si alterneranno ogni trenta minuti, insieme al proprio conduttore al fianco dei bambini che stanno praticando esercizi di riabilitazione. Il tutto per due ore consecutive due volte a settimana. Gli animali, distinguibili da una bella bandana come collare, sono tutti rigorosamente addestrati, dal carattere mansueto ed abituati ai bambini. Rendere le terapie e la degenza ospedaliera meno dure è parte integrante della filosofia del Bambino Gesù, che però in questo senso tende anche a sperimentare una nuova opportunità terapeutica. Si legge nel comunicato stampa del nosocomio:
“L’interazione che si sviluppa tra bimbo e animale e il registro di comunicazione, non verbale, è a livello molto profondo, emotivo. Il coach a quattro zampe è un facilitatore del processo riabilitativo: incrementa la motivazione al trattamento, aiuta i più piccoli a raggiungere gli obiettivi, è di supporto psicologico nella riduzione dello stress, li gratifica (ad esempio scodinzolando, facendosi accarezzare o porgendo la zampa) quando eseguono correttamente un esercizio e li accompagna verso l’arricchimento delle proprie competenze e nel recupero progressivo della propria autonomia”.
Un cane insomma è veramente un compagno speciale, in tutte le occasioni. In più queste attività prevedono anche momenti di gruppo per bambini, che dunque vengono stimolati anche a socializzare tra loro, sempre con l’ausilio del cane coach e del suo conduttore. Conclude Enrico Castelli, Responsabile Neuroriabilitazione Pediatrica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù:
“Tutti i bambini con lesioni del sistema nervoso o che hanno problematiche sensoriali o motorie come emiparesi, tetraparesi o disturbi dell’equilibrio, posso beneficiare del pet-coaching. Non è una terapia da intendersi in senso stretto del termine, ma di una attività mediata dall’animale che coadiuva potenziando il trattamento riabilitativo del bambino. Ecco perché l’ abbiamo chiamata “Coaching” in relazione alle capacità dell’allenatore di motivare e gratificare affettivamente l’atleta: in tal caso la relazione col cane aumenta la motivazione del bambino a dare il meglio di sé durante il training, migliorandone la performance psico-fisica e lo gratifica al termine dell’esercizio. Il coaching è dunque perfetto per la riabilitazione perché quest’ultima ottiene i maggiori risultati solo quando il paziente è realmente intenzionato a collaborare.”
Fonte: Bambin Gesù
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