Due giorni di permesso retribuiti per assistere la sua Cucciola, un setter inglese di dodici anni che ha subìto un intervento di restringimento della laringe. È quanto è accaduto ad Anna, dipendente dell’Università La Sapienza di Roma che con il suo caso rappresenta un vero e proprio precedente per chi possieda un animale domestico. La storia comincia lo scorso febbraio quando donna chiede all’amministrazione un permesso retribuito per gravi motivi di famiglia per assistere il suo setter in seguito a un intervento di rimozione di carcinoma mammario.
A maggio Cucciola deve essere sottoposta a un nuovo intervento e la padrona si rende conto che a febbraio le erano state conteggiate le ferie, ma non il permesso per l’assistenza del suo cane che non rientrava nello stato di famiglia.
Ma anche stavolta di Cucciola non si può occupare nessuno e visto che il setter è parte della famiglia di Anna, la donna si rivolge alla Lav entra in contatto con Gianluigi Felicetti, presidente dell’associazione. Grazie alla Lav la donna riesce ad inviare una raccomandata contenente alcune sentenze della Cassazione: in sostanza se non si cura un animale, si può essere penalmente perseguiti per abbandono o maltrattamenti.
E davanti a una documentazione del genere, la richiesta è stata accolta anche grazie alla necessaria dichiarazione medico veterinaria. Il direttore generale ha firmato la decisione retroattiva cancellando anche i due giorni di ferie richiesti a febbraio e firmando il permesso. Una vittoria per Anna che sancisce diritto di potersi occupare dei propri animali domestici. La storia di Cucciola cominciata tanti anni fa quando Anna trova in cane abbandonato e ferito a Villa Pamphil, a Roma e la adotta.
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