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Pemfigo gatto, quando sospendere la cura?

Richiesta di consulto veterinario su pemfigo gatto e cura
Salve, è stato diagnosticato al mio gatto il pemfigo circa 1 mese e mezzo fa da un dermatologo dopo visita, analisi del sangue e biopsia. È stato curato per tutto il mese con cortisone con dosi prima alte per poi scalare, e per 15 giorni prima con antibiotico e per gli altri 15 con clorambucile. Il pemfigo è in remissione quindi tutti i segni sulla cute sono scomparsi, ma come controindicazioni ha avuto forte dimagrimento- 1kg -e difficoltà a camminare, perdita dell’appetito e mancato defecamento, quindi da una settimana ho smesso di dargli i farmici. Ad oggi mangia volentieri (non le stesse dosi di prima ma va meglio) da 2 giorni defeca in normalità e cammina meglio. Vorrei un suo parere.”

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Tipo di consulto Veterinario Generale
Tipo di problema Pemfigo gatto

 

 

Risponde il dottor Fabio Maria Aleandri, Medico Veterinario e direttore sanitario del Centro Veterinario Aleandri, con sede in Roma. Per contatti diretti mail [email protected] www.ambvetaleandri.eu

 

Gentile Sig.ra  Il pemfigo richiede quasi sempre, soprattutto nel gatto, una terapia da prolungare per tutta la vita del soggetto. La percentuale di successo è variabile, nel cane stiamo intorno al 50% di soggetti con remissione totale dei sintomi (sotto terapia) e il 30-35% con remissione parziale. Un certo numero di soggetti rispondono male alle cure oppure possono avere effetti collaterali negativi tali da far sospendere la cura. Il principale farmaco è il cortisone , prednisolone , a dosaggi immunosoppressivi (2-4 mg die) da scalare progressivamente fino ad individuare la dose minima compatibile con una buona remissione dei sintomi. Il cortisone può essere associato anche ad altri farmaci quali il clorambucile (0,1-0,2 mg ogni 24-48 h) oppure ciclosporina (7 mg /kg , ma è meno efficace). In qualche caso si può associare anche una terapia locale sulle lesioni con creme a base di cortisonici o di tacrolimus . Gli effetti collaterali possono essere tanti, per i cortisonici aumento delle sete, dell’urinazione e dell’appetito , aumentata sensibilità alle malattie infettive alterazioni epatiche e renali e nel gatto aumento della glicemia fino al diabete. Riguardo il clorambucile possiamo avere anemia, diarrea, vomito , anoressia e perdita di peso.
Il tipo di approccio va deciso caso per caso. Di solito io preferisco partire con il cortisone e valutare l’effetto. Se riesco controllare i sintomi con dosi basse e minimi effetti collaterali non aggiungo altro, altrimenti provo una terapia combinata con clorambucile. Non in tutti casi si riesce a combinare una remissione completa dei sintomi e ridotti effetti collaterali. In certi casi ci possiamo accontentare di una risoluzione parziale con dosaggi di farmaci bassi, coadiuvati magari da una terapia locale (se il gatto collabora). Nel suo caso riproverei solo con il cortisone abbassando un po’ i dosaggi (ma non so che dosaggio è stato utilizzato). Comunque a decidere deve essere il collega che sta seguendo il suo gatto dal momento che conosce la situazione in tutte le sue sfaccettature. Cordiali saluti Dott. Fabio Maria Aleandri Medico Veterinario

 

 

 

 

 

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Foto: Thinkstock

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