Benvenuto al cincillà!

CincillàFacciamo un breve viaggio nel mondo di questo simaptico roditore per avere un po’ di notizie utili prima di accoglierlo in casa. La prima cosa da tener presente è il tipo di gabbia da procurarsi. Il cincillà ha bisogno di molto spazio, le gabbie utilizzate per i conigli o per altri roditori non sono adatte, sono consigliate quelle a più ripiani, alte all’incirca 120 cm, larghe 60 cm e profonde 80 cm. I ripiani dovranno essere in materiali che il piccolino non potrà rosicchiare, quindi non di legno o di plastica e inoltre non dovranno essere molto distanti tra loro. Il cincillà ama giocare e divertirsi, quindi può cadere da un ripiano all’altro e se precipitasse da un’altezza elevata potrebbe procurarsi delle microfratture.

Continuiamo e concludiamo il discorso della gabbietta, elencando ciò di cui avrà bisogno:

  • una casetta per riposare tranquillo;
  • una ciotolina per il cibo, in terracotta o legata alle sbarre della gabbia, in modo che non possa rosicchiarla o capovolgerla;
  • una piccola ciotolina per il bagnetto, da lasciargli a disposizione per una decina di minuti in modo che non la scambi per un bagno di servizio (!);
  • il beverino, di quelli attaccati alla gabbia, e l’acqua andrà sostituita quotidianamente per evitare la formazione di microbi.

Fatevi comunque consigliare dal vostro rivenditore di fiducia e dal veterinario per i materiali e la composizione della gabbia del vostro piccolo amico.

Russian Blue, il gatto che viene dal freddo

Russian blue

Il Russian Blue arrivò in Europa, e più precisamente in Inghilterra, circa un secolo fa,  probabilmente a bordo di una nave mercantile proveniente dalla Russia; frutto di intelligenti selezioni, assunse anche il nome di Blu di Spagna, Maltese ed Arcangelo.

La testa di questo gatto è larga, importante, con naso lungo e dritto, possiede il collo allungato e flessibile, le orecchie larghe e quasi trasparenti, perché sono ricoperte di pochissimo pelo. Gli occhi, di taglio orientaleggiante, sono sempre di colore verde, ma sono ammesse tutte le sfumature di questa tonalità. Il Russian Blue possiede uno scheletro leggero ma muscoloso, e zampe lunghe e sottili, che rammentano l’aspetto il gatto Mau degli antichi Faraoni egiziani.

Pesci d’acqua dolce: quali scegliere?

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Le prime esperienze con i pesci d’acqua dolce possono portare a trasformare la fauna del nostro acquario in un vero e proprio fritto misto! Una delle regole fondamentali per scegliere pesci, gasteropodi e crostacei, è quella di introdurre in vasca specie che abbiano esigenze simili, in modo da ricreare facilmente un habitat confortevole per tutti e diminuire il più possibile incompatibilità intraspecifiche.

Consigliamo di documentarsi sui pesci che si vogliono introdurre in vasca e, se possibile, di attenersi alle zone di provenienza geografica, in maniera coerente con le piante. Dopo aver deciso la zona che si vuole ricreare, l’acquariofilo deve decidere se scegliere di allevare pesci di specie diverse (il cosiddetto acquario di comunità) oppure pesci della stessa famiglia.

I due allevamenti sono ugualmente soddisfacenti: il primo si orienta verso l’interazione tra i vari pesci, consentendo di riempire le varie altezze della colonna d’acqua (ogni pesce occupa una zona diversa della vasca: parte bassa, parte intermedia o parte alta), il secondo risulta più orientato alla riproduzione.

Museruola cani, meglio il paradenti

paradenti caniLa museruola è uno strumento indispensabile per la salvaguardia dell’incolumità delle persone che vengono a contatto con cani pericolosi. Anche quando il proprietario è sicuro che gli atteggiamenti aggressivi dell’animale non creino alcuni pericolo per sè stesso e per i suoi familiari, non bisogna infatti dimenticare che per strada, o anche a casa, il cane potrebbe diventare irascibile con la prima persona estranea che si avvicina, che sia il postino, o un vicino di casa, piuttosto che un passante.

Una misura preventiva resasi necessaria, quella della museruola, dopo i molti episodi di aggressione, anche a bambini e membri della famiglia, che hanno visto protagonisti cani come i doberman, i pit bull, i rottweiler. In realtà abbiamo già spiegato che l’aggressività di un cane deriva nella maggioranza dei casi da un cattivo addestramento o peggio da un non addestramento, e in razze così cariche di energia se la si incanala in modo sbagliato, è facile sfociare in eventi spiacevoli come le aggressioni a persone o cose. Tornando alla museruola, i cani, inutile dirlo, non la amano affatto. Ma oggi potrebbe esserci finalmente una soluzione alternativa, che renda il cane inoffensivo senza però rivelarsi un metodo eccessivamente invasivo per la sua libertà di  movimento e di interazione con il mondo esterno.

Leishmaniosi canina, cosa c’è da sapere

lesmaniosi

Questo articolo non vuole essere una guida medica sostitutiva, assolutamente, anche perchè in questo particolare caso non può proprio esserlo perchè purtroppo la Leishmaniosi è una malattia che ha ancora tanti punti interrogativi, i sintomi non sono chiari, non esiste una cura, e quindi pensare di risolvere qui alcuni dilemmi non sarebbe assolutamente possibile. Magari però chi legge conosce da poco il mondo canino e quindi, così come gli altri articoli che riguardano malattie e problematiche dei vari animali, questa può essere la sede per raccogliere notizie e poi rivolgersi a veterinari e specialisti.

Le Leishmaniosi provengono da parassiti che appartengono ai protozoi, nelle aree mediterranea questa malattia colpisce soprattutto i cani, ma è un’antropo-zoonosi, ovvero una malattia che può essere in alcuni casi trasmessa all’uomo, e l’agente principale di questo tipo di Leishmaniosi mediterannea è il Leishmania infantum.

Lo scoiattolo giapponese: caratteristiche e comportamento

scoiattolo giapponese

Lo scoiattolo giapponese appartiene all’ordine dei roditori e alla famiglia Sciuridae, e fa parte di un gruppo componente 19 specie di cui una ascritta al genere Tamias diffusa nella parte orientale del Nord America e conosciuta con il nome di Chipmunk. Altre 17 specie si trovano nell’America Nord-Occidentale e una sola, E. sibiricus, è diffusa in gran parte dell’Asia e risulta essere quella maggiormente allevata, tanto che gli operatori di settore gli hanno attribuito il nome, prettamente commerciale, di scoiattolo giapponese.

Lo scoiattolo giapponese ha un aspetto vispo ed attraente; la testa è tondeggiante e più grande rispetto al resto del corpo, con il naso appuntito e gli occhi grandi. Il corpo è snello, gli arti non molto lunghi, sono provvisti di quattro dita quelle anteriori e cinque quelle posteriori; le unghie lunghe ed aguzze gli permettono di arrampicarsi con estrema facilità; questo scoiattolo è lungo circa 25 cm di cui 10 occupati dalla coda. Questa specie, al pari di molti altri roditori, possiede borse facciali nelle quali accumula e trasporta cibo.

Dalla dentatura, particolarmente robusta, sono assenti i canini; i molari, provvisti di radici, non crescono in continuazione al contrario degli incisivi, molto sviluppati, che devono essere continuamente consumati dall’animale. Gli scoiattoli giapponesi sono dotati di ottima vista e, cosa abbastanza rara nei mammiferi, hanno una buona distinzione dei colori.

I gatti e il potere delle coccole

gatti coccoleChi possiede un gatto lo fa molte volte al giorno, un’azione comune, che si ripete continuamente come un qualsiasi altro gesto istintivo e spontaneo: oggi parliamo di gatti e coccole. E’ probabilmente il modo più personale, intimo che abbiamo di interagire regolarmente con il nostro micio. Perché lo facciamo? E soprattutto perchè ai gatti piace? Chissà se vi siete mai chiesti dove risieda il potere delle coccole. Numerosi esperti nel settore della ricerca veterinaria se lo sono domandati ed hanno effettuati degli studi che cercano di fornire una risposta al perchè ai gatti piaccia essere accarezzati.

La risposta più comune è che i gatti, mentre li accarezziamo, ricordano il gesto di mamma gatta, quando da piccoli li leccava. Altre teorie hanno suggerito che invece la risposta potrebbe essere totalmente opposta: perché quando siamo noi ad accudirli lasciamo i nostri profumi sulle loro pellicce e la miscelazione con i loro profumi crea un legame sociale, che aumenta la sensazione di un gatto di sentirsi al sicuro e ricoperto di attenzioni.

Il Manx, il gatto dei Fenici

Manx

Il gatto di razza Manx venne fu diffuso dai Fenici in Malesia, in Giappone e in Cina; fu però nel corso di un naufragio di un galeone dell’Armata Spagnola sull’isola di Man che questi gatti, portati a bordo per combattere il proliferare dei topi, si riprodussero sulla terra ferma, senza incrociarsi con le specie locali.

Vi sono comunque varie leggende su questi felini privi di coda; una di queste narra che Noè in procinto di chiudere la porta dell’Arca chiudesse inavvertitamente la coda del gatto tra gli stipiti, e che quindi tutti i gatti della specie sarebbero nati senza coda. Un’altra leggenda narra che, essendo in uso presso i guerrieri dell’isola di Mandi adornare il proprio elmo con code di gatto, le madri per evitare ai piccoli la futura amputazione, tagliassero esse stesse le code ai cuccioli; quindi, nel tempo, per mutazione genetica, tutti i gatti dell’isola nacquero senza coda.

Levriero Afgano, il cane di Noè

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Io ho una vera passione per questo cane. Devo ammettere che se a volte immagino per me per la mia futura famiglia una grande casa, magari con giardino, non posso fare a meno di pensare a un paio di cani da possedere, e nei sogni, in cui non vado nei canili a recuperare dei piccoli trovatelli, tra le fronde degli alberi e in mezzo ai cespugli spunta fuori un favoloso Levriero Afgano. Non è detto che un giorno non accada! Ma veniamo a questo cane, che nasconde anche una mitologia che lascia senza fiato.

L’Afghan Hound è ritenuto da molti il cane più antico del mondo. E’ originario del Sinai, le immagini, ma anche testi che lo citano, appaiono su papiri e iscrizioni all’interno di antiche tombe. E’ rimasto puro per secoli, così come è arrivato a noi, perchè in Afghanistan, sua terra d’origine, ne era proibita l’esportazione, infatti è giunto in Europa, di contrabbando, nel primo Novecento. E’ uno dei cani più versatili che esistono, è stato pastore di pecore, cacciatore di lupi, cervi, gazzelle, conigli, sciacalli, marmotte, e le leggende narrano che sia stato in grado di inseguire e fermare anche i leopardi.

Cura delle cavie: come allestire una gabbia

cura cavie

Tenere in casa e prendersi cura di una cavia non è difficile; in commercio sono disponibili numerose gabbie per ogni esigenza e per tutte le tasche; inoltre, il mercato offre un’ampia gamma di accessori, che vanno dal beverino all’integratore vitaminico, agevolando così il compito di chi intende allevare questi piccoli roditori.

La gabbia più adatta per ospitare una cavia deve avere le seguenti misure minime: cm 60x30x40, ma, compatibilmente con lo spazio, è consigliabile acquistare una gabbia il più grande possibile. Nella scelta della gabbia è preferibile orientarsi su quelle provviste, alla base, di un cassetto in plastica, che è facile da lavare e quindi molto igienico, oltre che comodo per l’animale che ama passeggiare sul fondo senza barriere o griglie.

Come fondo è consigliabile usare il granulato igienico per gatti, perché questo materiale, avendo un alto potere assorbente, garantisce una perfetta pulizia, assicurando un igiene totale e tenendo lontano il cattivo odore. La sostituzione completa dello strato assorbente deve essere effettuata ogni 4 o 5 giorni.

Fido ti presento Fido, come introdurre un nuovo cane in famiglia

incontro due caniAvete già un cane o più di uno e avete deciso di allargare la famiglia introducendo un nuovo membro a quattro zampe. Se è la prima volta che vi trovate ad affrontare una situazione simile, sappiate che è tutt’altro che facile. Presentarsi a casa con un nuovo amico e farlo familiarizzare con quello che è e si sente a tutti gli effetti il padrone esclusivo della vostra dimora e delle vostre attenzioni, può rivelarsi un’esperienza stressante sia per voi che per il vecchio cane. Ma con pochi ed opportuni accorgimenti, si possono evitare traumi e spiacevoli conseguenze durante il primo approccio. Per facilitare la comprensione ed evitare confusione chiameremo vecchio cane il cane già in casa, e nuovo cane l’ultimo arrivato.

Innanzitutto, occorre sapere che il mondo dei cani è un mondo fatto prettamente di odori. Ecco perchè all’arrivo di un nuovo animale, il vecchio cane avvertirà l’istinto irrefrenabile di difendere il suo territorio dall’invasione del nuovo cane. Per evitare che questo accada è bene separare inizialmente i due animali, ognuno in una stanza, o se in giardino, separati da una transenna. L’importante è che non ci sia alcun contatto visivo che causerebbe l’assunzione di una posizione difensiva, con la classica postura di irrigidimento e il digrignare dei denti. Solo con il tempo i cani impareranno ad annusarsi a vicenda e a conoscersi.

Greyhound, il Levriero dei Re

LevrieroIl Greyhound, che noi conosciamo come Levriero, ha come nazione d’origine la Gran Bretagna, ma le sue radici affondano nell’Antico Egitto, passano per Roma e attraversano il Medioevo. In Egitto veniva allevato per i Faraoni, per intrattenerli durante le feste con la caccia alla lepre. Ai tempi dei Romani e per tutto il Medioevo invece accompagnava i signori durante le uscite e i riti religiosi, pare che nell’Antica Roma i Levrieri siano stati costretti anche ad assistere alla orge, attendendo che i loro padroni fossero pronti per tornare a casa. Ci sono poi manoscritti miniati del XII secolo in cui l’occhio attento scorge le figure dei Levrieri sotto i tavoli dei ricchi signori e accanto alle loro panche in chiesa.

Una volta giunto in Gran Bretagna il Greyhound è stato “perfezionato”, ed è proprio da lì che è partita la sua diffusione, fino agli Stati Uniti, ed è diventato il cane da caccia, e da corsa, che ancora oggi apprezziamo e guardiamo stupiti mentre velocissimo ci passa davanti con la sua sinuosa figura.

Orecchie del gatto: le malattie e le cure

malattie orecchie gatto

Le orecchie del gatto sono una parte delicata e sensibile che deve essere sempre controllata perché le malattie che possono questa zona sono numerose e più o meno gravi; vediamo insieme le principali e cosa bisogna fare per aiutare il micio.

I traumi del padiglione auricolare sono causati da ferite che i gatti maschi non castrati si procurano litigando tra loro; le ferite sono inizialmente sanguinanti, ma poi si trasformano in lacerazioni permanenti del bordo del padiglione auricolare. La cura prevede il drenaggio degli accessi e una terapia antibiotica.

Le punture da zanzara possono provocare una dermatite stagionale: si presenta con lesioni eritematose o crostose, sul dorso del naso e sul padiglione auricolare; questa dermatite si cura con farmaci antinfiammatori e spray repellenti per allontanare le zanzare. L’otite da acari è causata da un acaro specifico ed è trasmessa per contatto da un gatto portatore ad uno sano. Si manifesta con scuotimento della testa e prurito; la cura è a base si acaricidi.

I pesci entrano nell’acquario

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Uno dei momenti più belli per l’acquariofilo è quell Things To Do To Get Your Ex Back o in cui, dopo tanti sforzi, può finalmente godere della presenza degli ospiti nella propria vasca. Raramente però si pensa che, per i nostri piccoli amici, questo non è il miglior momento della loro vita.

Passare dalla vasca del negoziante alla nostra può essere un trauma: valori diversi, temperatura diversa, lo stress del trasporto sono tutti fattori che possono colpire la salute della fauna, con conseguente aumento del tasso di mortalità dovuto a stress e malattie. Fortunatamente, con alcuni piccoli accorgimenti, possiamo diminuire al massimo i rischi di ambientamento.

Come prima cosa, il trasporto: il sacchetto deve essere il più possibile oscurato e tenuto stabile, cercando di evitare scossoni e cadute. Ricordate inoltre che in caso di viaggio lungo, possiamo portare l’acqua ad una temperatura sensibilmente diversa di quella originaria, per cui può essere utile prepararsi con contenitori di polistirolo adatti al contenimento del sacchetto. Arrivati a casa, come prima cosa, apriamo il sacchetto e lo facciamo lievemente aerare, in modo da garantire l’ossigenazione dell’acqua.