Hachikō, esempio di fedeltà

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La storia odierna è quella di Hachikō , un cane di razza Akita nato nel 1923 e vissuto in Giappone: venne adottato ancora cucciolo da Hidesamuroh Ueno, un professore universitario che ogni mattina si dirigeva alla stazione per andare a lavorare. Il fedele cane lo accompagnava al mattino e ritornava a prendere, ogni giorno. Purtroppo però un giorno il padrone Ueno muore mentre si trova al lavoro a causa di un attacco cardiaco: il piccolo Hachikō non sa nulla e a fine giornta come suo solito si reca in stazione per attendere il padrone.

Ma questi, ovviamente, non scende come al solito dal treno: Hachikō aspeta e aspetta, ogni giorno si reca alla stazione, speranzoso, ma resta sempre deluso, di Ueno non vi è traccia. Con il passare del tempo, il capostazione e le persone che prendevano quotidianamente il treno iniziarono ad accorgersi di lui e cercarono di accudirlo offrendogli cibo e riparo. Nonostante il passare degli anni il cane continuò a recarsi alla stazione per poter rivedere il suo padrone, fino all’8 marzo del 1935 giorno in cui Hachikō morì di filariasi dopo aver atteso, ininterrottamente, per ben 10 anni, il ritorno di Ueno.

Gli Schnauzer, tre taglie per una razza

Schnauzer nano

Come già detto nella prima parte di questo brevissimo trattato sugli Schnauzer, questi cani, indipendentemente dalla loro taglia, risultano eleganti. Saranno i baffi, le sopracciglia cespugliose, il muso decorato di mustacchi e basette… certo è che ognuna delle tre taglie ha qualcosa di particolare, legata allo sguardo e alla testa: quella dello Schnauzer gigante è grande e imponente, quasi umana; lo Schnauzer di taglia media ha forme ed espressione che ricordano la vivacità dei Terrier; mentre lo Schnauzer nano, pur avendo l’indole da Terrier è più compatto, tenero e comico, come si può intuire dalla foto oltretutto!

Schnauzer nano

La statura dello Schnauzer nano è compresa tra i 30 e i 35 centimetri e il peso va dai 6 ai 7 chilogrammi. Ha la testa lunga e occhi scuri e ovali. Le orecchie mozzate a punta. Il mantello si presenta ispido al tatto e con folto sottopelo. I colori standard sono nero, sale e pepe, e bianco (come vedete dalla foto)! Lo Schnauzer nano è molto orientato alla famiglia ed è così devoto da sentirsi offeso quando vengono ricevuti degli ospiti (per lui sempre estranei!). E’ affettuoso, energico, simpatico, obbediente e addestrabile, infatti poche razze hanno così tanta disponiblità ad imparare ed elasticità nell’accettare le tecniche di addestramento. Ama ripetere i giochi e gli esercizi, infatti anche in ambito casalingo se non avete molto tempo da dedicargli non iniziate a giocare con lui, pochi minuti di gioco lo deluderanno! E‘ principalmente un cane da compagnia, ma nella precedente puntata sugli Schnauzer abbiamo già elogiato le sue doti da cacciatore e anche da cane da guardia, infatti è anche un gran abbaiatore.

Le malattie dermatologiche del gatto (E-P)

malattie dermatologiche gatti E-P

Oggi torniamo a parlare delle malattie dermatologiche del gatto e di quali sono i rimedi per alleviare i fastidi dei nostri amici a quattro zampe; in particolare oggi ci occuperemo di eczema, forfora e papilloma.

Eczema. L’eczema è un’infiammazione della pelle caratterizzata da vesciche e arrossamenti, che provoca un forte prurito con conseguente asportazione di croste e brandelli di pelo. Questo disturbo è più frequente nei gatti anziani rispetto a quelli giovani; esistono diversi tipi di eczemi a seconda della causa che li ha scatenati, ovvero una cattiva pulizia della pelle, un’alimentazione sbagliata, la carenza di vitamine, l’utilizzo di saponi irritanti. Tutto il corpo può essere soggetto all’eczema, ma di solito le zone più colpite sono quelle del dorso, della testa e del collo.

L’eczema può presentarsi in forma acuta oppure cronica; quella acuta, se viene individuata e curata subito non provoca danni, mentre quella cronica, conseguenza delle mancate cure di un normale eczema, diventa difficile da debellare e tenderà a riproporsi d’estate e nei gatti anziani e obesi. La cura da applicare deve essere sia medica che alimentare; il veterinario prescriverà lozioni e pomate, e il proprietario del gatto, da parte sua, deve stare molto attento alla dieta del micio, offrendogli solo pesce bianco, verdure, formaggi, fermenti lattici, riso ben cotto, e nessun tipo di farinaceo.

Cani: menù natalizio

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Con l’arrivo delle feste la casa si riempie di sapori ed odori nuovi ed invitanti, cui il nostro amico a quattro zampe non sa proprio resistere: per farlo sentire ancora di più parte della famiglia e farlo gioire un po’ ecco qualche simpatica ricetta per il pranzo di Natale, ovviamente pensata apposta per il nostro cagnolino, he potrà essere utilizzata anche durante il resto dell’anno a seconda delle esigenze dell’animale.

La prima ricetta riguada un risotto facile ed ottimale per i cani che soffrono di intolleranze alimentari. Ingredienti: riso q.b., burro e sale q.b. 2 cubetti di spinaci, 4 pomodorini, un po’ di carota e 250 grammi di spezzatino di vitello. Fate bollire il riso in abbondante acqua con il sale ed il burro, cui seguiranno gli spinaci, pomodorini e la carta. Cuocere il tutto per 10-15 minuti poi inserire la carne e mescolare tutto insieme: versare il compsto nella ciotola, mescolare e fare raffreddare per evitare che il nostro amico si possa scottare.

La stessa ricetta con il riso può variare a seconda dell’età del nostro cane: per un cane anziano, che necessita di una dieta povera di grassi, consigliabile la carne di pollo e l’utilizzo del riso integrale. Ancora, una variante può essere rappresentata dall’uso del miglio al posto del riso: in questo caso si può aggiungere del pesce, nasello o merluzzo, per consentire al cane di assumere fosforo e tutte le proteine apportate dal pesce.

Come evitare che il gatto ci svegli all’alba

gatto lettoI proprietari di gatti che, come me, ci sono passati sanno cosa significa: quando il vostro gatto vi sveglia al mattino presto e vi impedisce di tornare a dormire le provereste tutte pur di convincerlo a dirottare altrove la sua energia mattutina.

Contrariamente alla credenza popolare, i gatti non sono animali notturni. Il termine “notturno” si riferisce ad uno stile di vita che dovrebbe far vegliare la notte e dormire durante il giorno. Ma non è questo che fanno i gatti. La parola giusta per i nostri piccoli amici a quattro zampe è crepuscolare. I gatti di casa dormono di notte come facciamo noi, ma sono più attivi all’alba e al tramonto. Questa abitudine di svegliarsi alle prime luci del mattino e quando il sole cala deriva al gatto dai suoi antenati. Correre ed andare a caccia quando fuori è buio pesto (i gatti hanno una buona vista ma senza un minimo di luce non vedono nulla ugualmente), oppure quando il sole è alto e fa molto caldo, era ben lontano dalle abitudini degli antichi felini. Alba e tramonto, invece, erano ore del giorno perfette per uscire.

Schnauzer, l’elegante cane dalle sembianze umane

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Gli Schnauzer. Tre facce per un’unica razza, che in realtà risulta ben distinta e con particolari caratteristiche se stiamo parlando di Schnauzer nano, Schnauzer medio e Schnauzer gigante. L’eleganza di questo cane non ha pari, tanto che non è difficile scoprire che un padrone molto attento (e molto ricco), che vediamo intento a comprare un collare di diamanti sia il padrone di uno Schnauzer. Questo perchè nessuno meglio di lui sarà in grado di indossarlo! Ma qui non si parla di cani, che di certo non hanno bisogno di oggetti per dimostrare la loro personalità, ma di padroni un tantino eccentrici!

Lo Schnauzer di taglia media è la più antica delle tre varianti, se ne hanno tracce in alcuni dipinti della fine del Quattrocento e si sa che sempre in quel periodo questo cane, allora conosciuto come Pinscher a pelo duro, era un apprezzato cane da compagnia. Lo Schnauzer gigante invece fu ottenuto dall’incrocio con alcuni cani da gregge, con l’Alano e forse anche con il Bovaro delle Fiandre. Era un eccellente conduttore di bestiame, mentre adesso lo conosciamo come cane da guardia, cane poliziotto e anche più semplicemente come cane da compagnia. Lo Schnauzer nano è la versione più recente della razza, risale all’inizio del secolo scorso e nasce come cane da compagnia allo stato puro. In realtà come i piccoli Terrier si dimostra sia un buon cane da guardia, caratteristica che accomuna le tre taglie di Schnauzer, sia come cane da caccia di ratti e topi. Basta lasciarlo per un po’ all’aperto che immediatamente, sentendo il richiamo della natura, parte alla ricerca di prede, e proprio come un Terrier adora questa attività.

Carlino, il cane di Giuseppina Bonaparte

Carlino

Nonostante le varie e fantasiose leggende sulle origini del cane Carlino una cosa è certa, e cioè che proviene dalla Cina, dove era estremamente venerato: basti pensare che poteva essere solo di proprietà della famiglia imperiale e degli alti dignitari di corte. Nel Vecchio Continente arrivò nel XVII secolo, grazie ai navigatori olandesi che ne portarono alcuni esemplari nei Paesi Bassi, e sotto diversi nomi fu accolto con approvazione in tutte le corti europee.

In Francia, a causa del suo muso scuro fu nominato Carlin, dal nome di una maschera della commedia dell’arte, interpretata, intorno alla fine del XVIII secolo, dall’attore italiano Carlo Bertinazzi. Per far capire quanto questo cane fosse apprezzato Oltralpe, basti dire che la moglie di Napoleone Bonaparte, Giuseppina, ne aveva uno che amava al tal punto da portarlo perfino nella camera nuziale sfidando le iniziali ire del marito.

In seguito gli italiani ne hanno nazionalizzato il nome facendo diventare il francese Carlin, un italianissimo Carlino! Dopo i fasti della vita di corte il Carlino ha avuto momenti di alterna fortuna; in Italia è abbastanza popolare, anche se la sua massima diffusione si ha nei paesi del Nord Europa e in quelli Anglosassoni.

Cani in piscina, test pilota a Torino per annullare il divieto di ingresso a Fido

cani piscina TorinoPortare il cane in piscina. A Torino sarà presto realtà, in virtù di un progetto pilota volto a verificare che ci siano le condizioni per annullare definitivamente il divieto che impone ai nostri amici a quattro zampe di non entrare nei plessi sportivi. Le piscine comunali del capoluogo piemontese toglieranno infatti il cartello “Qui non posso entrare” con raffigurato il cane sbarrato e apriranno le porte a Fido.

Attenzione però. In piscina, ovviamente, si intende non in acqua con voi, semplicemente invece di lasciare il cane a casa o in macchina quando andate a prendere vostro figlio dopo la lezione potrete tranquillamente portarlo con voi. Le aree cui i cani potranno accedere sono l’atrio dell’impianto sportivo e le tribune. Esclusi invece spogliatoio,  area vasche e le vasche stesse.

Barbone: il cane umano

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Germania, Italia e Danimarca sostengono di essere le nazioni da cui arriva il Barbone, ma la vera discendenza di questo simpatico cane deriva dalla Francia, dove è nato il Barbet, antico cane d’acqua e Retriever di notevoli capacità. L’attuale Barbone francese era chiamato originariamente caniche, termine che derivava da chien canne, ovvero cane da canna, utilizzato per la caccia all’anatra.

Il Barbone giunse in Inghilterra dalla Indie Occidentali. Alla regina Anna fu mostrato un gruppo di questi graziosi cani che si posizionavano sulle zampe posteriori e saltellavano roteando, ballando quasi, al ritmo di musica. La regina ne rimase divertita e questa caratteristica il Barbone non l’ha mai persa. Sembra che questi cani provino davvero piacere nel divertire, come se capissero perfettamente le risate umane e facessero di tutto per generarle e ascoltarle.

Un’altra caratteristica fondamentale è quella del nuoto. Il Barbone veniva istruito per andare a recuperare le anatre nell’acqua fredda e non aveva alcun problema nel farlo perchè il suo folto e riccioluto pelo, molto spesso in corrispondenza delle articolazioni, si trasforma in una sorta di muta da sub. Bravissimo anche nella caccia, soprattutto la varietà del Barbone nano, si è dimostrato abilissimo nella ricerca dei tartufi, dentro i boschi umidi della Francia.

Le malattie dermatologiche del gatto (A-D)

malattie dermatologiche gatti A-D

Il mantello dei gatti è molto delicato: esattamente come la nostra pelle o i nostri capelli può ammalarsi, essere soggetto ad infezioni o ad attacchi batterici; vediamo insieme quali sono le malattie più frequenti e cosa fare per contrastarle.

Acne felina. L’acne felina è una malattia della pelle che si manifesta nella zona del mento e delle labbra dei gatti, e che può essere provocata da un’alimentazione sbagliata, da disfunzioni ormonali o da disturbi dell’apparato digerente. Se l’acne si manifesta in modo leggero, si formano dei punti neri nella pelle del mento, mentre se giunge l’infezione vera  e propria, appariranno delle pustole piene di pus.

La prima cosa da fare è lavare la zona colpita da acne con del sapone neutro, sciacquare abbondantemente con acqua calda e asciugare bene, ripetendo questo procedimento per molto tempo, in modo da non far diffondere l’infezione. I casi più gravi devono essere seguiti dal veterinario che prescriverà una cura antibiotica. Non si può far niente per prevenire l’acne felina se non togliere dal muso del gatto gli eventuali resti di cibo e ispezionare periodicamente le parti del più a rischio.

Conigliando in città, Milano diventa capitale del coniglio

conigliando in città foto 11Il coniglio è il terzo animale domestico più diffuso, come sarà facile immaginare viene immediatamente dopo cani e gatti. Purtroppo occupa anche un altro terzo posto, meno felice senza dubbio: quello nella lista dei pets più suscettibili di essere vittime di abbandoni. Proprio per sensibilizzare sulla delicata questione Milano sarà protagonista oggi 21 novembre 2009 della giornata dedicata al coniglio, diventando capitale per 24 ore del morbido e tenero animale.

L’iniziativa, lanciata dall’associazione Aae conigli con il patrocinio del comune milanese, mira a far conoscere meglio un pet che da qualche anno è entrato a tutti gli effetti nelle case e nel cuore di molti italiani. La manifestazione dal titolo “Conigliando in città” si svolgerà nel cuore della città, in piazza San Carlo, adiacente a corso Vittorio Emanuele, dalle ore 10 alle ore 18. Testimonial d’eccezione della giornata del coniglio Francesco Facchinetti, l’ormai celebre conduttore di X-Factor.

Pechinese: il cane leone

PECHINESE

Il cane leone del Tibet, molto noto nelle leggende orientali, somiglia al Pechinese. La storia di questo piccolo cane da tenere in mano si perde nelle dinastie dei Khan dell’antica Cina e attraversa le religioni che hanno visto il Pechinese protagonista accanto alle divinità. Il leone che era accucciato ai piedi del Buddha divenne un canide, quando il buddismo migrò dall’India alla Cina, e questo fu ritenuto giusto perchè il cane non avrebbe solo protetto il Buddha, ma lo avrebbe anche servito.

In Giappone i miti del Buddha vennero affinati e il pechinese divenne il cane di Foo. Nell’arte nipponica esso venne molto spesso dipinto accanto al Buddha e in una pittura giapponese dell’XI secolo il dio viene mostrato mentre entra nel Nirvana e accanto ai suoi discepoli si scorge anche questo cane leone, rappresentato mentre sta disteso sulla schiena , con le zampe all’aria, la tipica posa del Pechinese.

Nel 1861 durante l’invasione di Pechino da parte delle forse europee gli ufficiali inglesi e francesi si trovarono davanti a una visione paralizzante. In una stanza segreta c’era il corpo di una principessa defunta, che prima di togliersi la vita aveva chiamato i suoi cinque cani leone, che erano rimasti lì fermi e immobili a vegliare sul suo corpo senza vita.

Cura dei criceti: come allestire una gabbia

gabbia per criceto

Oggi torneremo a parlare di criceti, e in particolar modo di come allestire una gabbia confortevole per ospitare questo simpatico roditore. La caratteristica fondamentale che deve possedere la gabbia per il criceto è lo spazio: deve essere ampia e con più ripiani collegati tra loro; le sbarre devono essere solide e a poca distanza l’una dall’altra per evitare fughe improvvise, oltre che di buona qualità, nel senso che non devo scrostarsi al tatto. Evitate assolutamente di comprare gabbie piccole e contenitori di plastica senza aerazione.

Accessori indispensabili della gabbia devono essere il beverino a goccia, una mangiatoia per il cibo secco e una per quello fresco, un blocco di minerali che aiuterà il criceto a limare i denti in continua crescita, i legnetti per l’igiene dentale, la tana e la ruota. La ruota, che costituirà il massimo divertimento del vostro criceto, deve essere in plastica e assolutamente senza raggi per evitare che le zampe vi rimangano incastrate.

La casetta, ovvero la tana, è molto importante, perché in essa il vostro criceto trascorrerà gran parte della vita: oltre a dormirci vi trasporterà il materiale per il nido e vi deporrà il cibo. La lettiera da porre sul fondo della gabbia deve essere in tutolo di mais non profumato, un materiale molto assorbente e atossico.

Mrs. Chippy, un gatto in Antartide

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Oggi facciamo la conoscenza di Mrs. Chippy, un gatto soriano davvero speciale: si tratta del gatto appartenuto a Ernest Shackleton, primo spedizioniere in Antartide. Chippy accompagnò fedelmente il padrone proprio nella traversata dell’Antardine, in particolare nella spedizione denominata Endurance, dal nome della nave usata, che si svolse dal 1914 al 1917. Con lui, a bordo dell’Endurance, ci sono ventisette marinai ansiosi di compiere la traversata del continente bianco da ovest a est, oltre tremila chilometri da percorrere su slitta in centoventi giorni.

Il gatto, che era un maschio nonostante il nome femminile, venne fatto salire sulla nave dal carpentiere di bordo con uno scopo ben preciso: cacciare i roditori che vi si trovavano dentro. Ma la storia racconta che il micio venne ucciso quando la nave Endurance rimase intrappolata nella banchisa e non era più in grado di navigare. Gli uomini proseguirono a piedi ma Chippy non sarebbe stato in grado di affrontare il viggio.

Non potevamo permetterci di mantenere gli animali più deboli nelle nuove condizioni. Macklin, Crean e il carpentiere sembra che abbiano preso piuttosto male la perdita dei loro amici

si legge nel diario di bordo tenuto dal capitano nel 1915.